San Patrignano e il caso Netflix. "Basta film e passato, qui salviamo giovani"

Il presidente della Comunità Rodino Dal Pozzo dopo le polemiche per la serie tivù: "Ragazzi, alla larga dalle droghe leggere"

Vincenzo Muccioli (1934-1995), fondatore di San Patrignano

Vincenzo Muccioli (1934-1995), fondatore di San Patrignano

Rimini, 3 gennaio 2021 - Ha fatto più rumore fuori che dentro. Se il giorno dopo le polemiche sulla serie tv di Netflix che racconta l’epopea di San Patrignano, uno si aspetta reazioni di rabbia esplosiva nella comunità, si sbaglia. Silenzio no, amarezza sì. La serie dal titolo "Luci e tenebre di San Patrignano", che rispolvera, fra le altre cose, la storia delle catene di contenimento, la morte di un ragazzo per le percosse, le accuse a Vincenzo Muccioli, è vissuta come capitolo di un’altra epoca. "Un racconto di parte- dice con voce pacata Alessandro Rodino Dal Pozzo, presidente di Sanpa dal 2019 - ma questa storia non tocca la serenità dei ragazzi e degli operatori. Abbiamo già detto la nostra e amen". E adesso? "Lavoriamo sodo come sempre. Forse allora ci sono stati episodi controversi, ma per quanto ne so io che sono entrato nel 1985, erano anche tempi pionieristici tempi difficili, la gestione della comunità era complicata. C’era tanta violenza anche fra i ragazzi. Il metodo di lavoro ora è cambiato radicalmente da tanto tempo. E’ questo che vogliamo far sapere". Reazioni dall’esterno? "Tantissime, solidarietà a pioggia, ma non ci interessa creare schieramenti, chi sta con noi e chi contro. Altrimenti torniamo al passato". Cosa vi ha ferito di più? "Vedere che non sono state prese del tutto in considerazione la straordinaria energia e passione che animano Sanpa. La comunità è una famiglia che ha vissuto infanzia, adolescenza e maturità. Non vogliamo coprire nulla ma ci sono episodi che vanno contestualizzati. Ma parliamo di oggi". Avanti, allora. "Ora abbiamo circa mille ospiti. Nel 2020 abbiamo avuto 150 ingressi con 250 ragazzi a fine percorso. Il Covid ha rallentato l’attività, ovviamente. Negli anni precedenti avevavo mediamente 300 ingressi e altrettanti episodi di fine percorso. Teniamo presente che per mesi abbiamo dovuto bloccare l’accoglienza di nuovi ospiti". Come la mettiamo con il virus? "Da 20 giorni non abbiamo nessun contagio. Massima precauzione, si pranza e si cena per settori lavorativi e non nella mensa. Ora siamo Covid free". Come hanno reagito gli ospiti alle restrizioni? "Non hanno avuto reazioni negative, perchè sanno che il giro di vite serve per difendere la comunità. Che è anche la loro famiglia" I rapporti con le istituzioni? "C’è un lavoro collegiale. Sanpa ha sviluppato un metodo che prevede meno centralità e più lavoro di squadra. In passato ci furono anche tensioni con la città di Rimini, oggi c’è un rapporto splendido". Con la politica? "La politica ha capito che si drogano tutti, che la battaglia è comune. E in gran parte non ragiona più pro o contro San Patrignano". Come si entra a Sanpa? "Se pensa alle file davanti alla porta è acqua passata. Abbiamo associazioni collegate a noi sul territorio che ci fanno da filtro e valutano caso per caso quando e se è necessario l’ingresso e guidano gli ospiti verso la comunità. E naturalmente lavoriamo anche con la sanità pubblica". L’età media dei ragazzi? "Si è abbassata. Oggi va dai 20 ai 30 anni. Abbiamo anche giovani di 15 e 16 anni. Due decenni fa era la media era sui 35 anni". Qual è il rapporto degli adolescenti con la droga? "Oggi cadono nella rete più facilmente perchè le occasioni di incontro si sono moltiplicate. Ma riescono ad uscire più facilmente soprattutto se c’è anche l’aiuto delle famiglie". Le droghe leggere? "Non smetteremo mai di ripeterlo: sono spesso la porta d’ingresso alle sostanze pesanti. Oggi poi hanno taroccato anche queste e ti permettono di sballare subito. Lo sdoganamento è pericoloso". I negozi che vendono la cannabis light? "Meglio stare alla larga anche da lì. Si comincia così poi per molti la situazione, lo ripeto, si evolve in modo tragico". L’azienda Sanpa cosa produce? "Ora puntiamo, fra le altre cose, soprattutto su oggetti di artigianato e agroalimentre con produzione di vino, formaggi, biscotti, panettoni a Natale, dolciumi. Ci premia molto l’operatività on line. E questi settori lavorativi ci permettono di scoprire talenti incredibili in ragazzi che hanno avuto la vita annebbiata dalla droga". Poi c’è l’attività legata ai cani. "Certo, lavoriamo con le associazioni per il recupero dei cani abbandonati. Il rapporto con gli animali è molto stimolante per i ragazzi. Come successe in passato per i cavalli".