Un gruppo al lavoro al ristorante Vite. La prima da destra è la direttrice, Arianna Merlo; il quarto è lo chef napoletano Davide Pontoriere. Questi ragazzi hanno conquistato di recente una stella Michelin. In alto a destra: l’ingresso del locale

Il gruppo del ristorante Vite: la prima da destra è Arianna Merlo

San Patrignano (Rimini), 27 novembre 2022 - Vite:  sfasciate, bruciate. Vite poi rinate. Qui, a due passi dalla Comunità terapeutica di San Patrignano, c’è un ristorante che si chiama proprio così: Vite. Qualche settimana fa gli è caduta addosso una stella. Non quella polare che per secoli e secoli fu un punto di riferimento per i marinai di tutto il mondo che dovevano orientarsi. In fondo, viene da pensare, servirebbe anche qua dentro quella stella, perché i 26mila ragazzi accolti in quasi 45 anni di storia di Sanpa, avevano e hanno un disperato bisogno di una bussola, di tornare a orientarsi nel cammino complicato di una vita che è stata sin troppo spericolata per loro.  Ma la  stella in questo caso è quella Michelin, Vite è diventato un ristorante stellato perché produce in casa, all’80%, il suo cibo. Dai campi ai tavoli di lusso del locale. E ciò che viene scartato, si riutilizza, per gli animali e per l’orto. La chiamano ecosostenibilità. In questo ristorante, nato nel 2008, lavorano perlopiù i ragazzi in cura nella Comunità: ora sono una quindicina, ma ne sono passati centinaia in quindici anni. "Quando è arrivata la notizia della stella – ci racconta lo chef, Davide Pontoriere, 49 anni, uno dei pochissimi che è qui solo per lavoro –, i miei ragazzi sembravano tutti impazziti. Di gioia. Lo vedevo dai loro volti, dai loro occhi. Sono fantastici: ti spiazzano sempre e io sono felice di guidarli". Strepitosa questa avventura: sono arrivati al Gotha della ristorazione loro che avevano toccato il fondo. Testimonianze di abisso, fragilità, rovinosi scivoloni; ma anche e sopratuttto di luce, forza, mani che ti aiutano a rialzarsi, ti stringono forte. Secondo una stima fatta a livello universitario, il 72% dei ragazzi passati da qua ha cambiato vita. Per capirci, al di là di polemiche e inchieste, catene, caporali e serie Netflix, ventimila anime sono state salvate. A Vite, il ristorante, la baracca la guida Arianna Merlo, 40 anni, veneta. Anche lei è una ex tossicodipendente. Decisamente ex. A Sanpa da nove anni, il suo percorso riabilitativo è finito da un pezzo, ma lei è rimasta dentro perché "qui ci si fida delle persone, hai la possibilità di crescere. C’è meritocrazia. Ho trovato equilibrio e anche una famiglia". Vive con Alex, il suo fidanzato, in una delle tante casette della Comunità. Hanno due cani. Prima di diventare (2021) direttrice del ristorante, è stata anche per tre anni e mezzo in contatto con i ragazzi delle scuole che visitano, quasi quotidianamente, la Comunità. "Insegnavo ai giovani quello che non devono fare e che io ho fatto". Ora Arianna dirige la truppa neo stellata, la brigata di cucina e la sala. Dentro questa storia si respira profumatissima aria di grande bellezza: pensate che all’interno della Comunità c’è una succursale della scuola alberghiera di Riccione e molti ragazzi ospiti di Sanpa che hanno la passione della cucina, studiano lì e poi fanno esperienza a Vite. È come una filiera della rinascita. "Non abbiamo paura di raccontare il nostro passato, anche con i clienti – spiega Arianna –. Anzi, loro ci ascoltano, ci rispettano e ci incoraggiano. Siamo orgogliosi di noi stessi: eravamo dei tossici, ora siamo qui. All’inizio è dura, certo. Entri in Comunità e ti dici: ’Io non sono come loro’. Invece sei come loro, o anche peggio. San Patrignano ti sbatte in faccia la verità, ma nessuno ti giudica. È cio che serve per ricostruirti". La stella finale (Michelin o polare, poco cambia) di Arianna è un condensato di saggezza: trovato in trincea, non sui libri. "Quando hai presente la persona che eri prima e che non vuoi più diventare, beh, è il momento che non scappi più". Vite, dolcissimamente vita.

Cronaca

San&nbsp;Patrignano (Rimini), 27 novembre 2022 -&nbsp;Vite: sfasciate, bruciate. Vite poi rinate. Qui, a due passi dalla Comunità terapeutica di San Patrignano, c’è un ristorante che si chiama proprio così: Vite. Qualche settimana fa gli è caduta addosso una stella. Non quella polare che per secoli e secoli fu un punto di riferimento per i marinai di tutto il mondo che dovevano orientarsi. In fondo, viene da pensare, servirebbe anche qua dentro quella stella, perché i 26mila ragazzi accolti in quasi 45 anni di storia di Sanpa, avevano e hanno un disperato bisogno di una bussola, di tornare a orientarsi nel cammino complicato di una vita che è stata sin troppo spericolata per loro. 
<img alt="Il gruppo del ristorante Vite: la prima da destra è Arianna Merlo" data-img="/polopoly_fs/1.8325725!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Il gruppo del ristorante Vite: la prima da destra è Arianna Merlo" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8325725!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8325725" data-shortcode="true" data-type="image" polopoly:contentfilepath="/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" polopoly:contentid="1.8325725" src="https://cdn.quotidiano.net/polopoly_fs/1.8325725!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" title="Il gruppo del ristorante Vite: la prima da destra è Arianna Merlo"> 
Ma la stella in questo caso è quella Michelin, Vite è diventato un ristorante stellato perché produce in casa, all’80%, il suo cibo. Dai campi ai tavoli di lusso del locale. E ciò che viene scartato, si riutilizza, per gli animali e per l’orto. La chiamano ecosostenibilità. In questo ristorante, nato nel 2008, lavorano perlopiù i ragazzi in cura nella Comunità: ora sono una quindicina, ma ne sono passati centinaia in quindici anni. "Quando è arrivata la notizia della stella – ci racconta lo chef, Davide Pontoriere, 49 anni, uno dei pochissimi che è qui solo per lavoro –, i miei ragazzi sembravano tutti impazziti. Di gioia. Lo vedevo dai loro volti, dai loro occhi. Sono fantastici: ti spiazzano sempre e io sono felice di guidarli". 
Strepitosa questa avventura: sono arrivati al Gotha della ristorazione loro che avevano toccato il fondo. Testimonianze di abisso, fragilità, rovinosi scivoloni; ma anche e sopratuttto di luce, forza, mani che ti aiutano a rialzarsi, ti stringono forte. 
Secondo una stima fatta a livello universitario, il 72% dei ragazzi passati da qua ha cambiato vita. Per capirci, al di là di polemiche e inchieste, catene, caporali e serie Netflix, ventimila anime sono state salvate. 
A Vite, il ristorante, la baracca la guida Arianna Merlo, 40 anni, veneta. Anche lei è una ex tossicodipendente. Decisamente ex. A Sanpa da nove anni, il suo percorso riabilitativo è finito da un pezzo, ma lei è rimasta dentro perché "qui ci si fida delle persone, hai la possibilità di crescere. C’è meritocrazia. Ho trovato equilibrio e anche una famiglia". Vive con Alex, il suo fidanzato, in una delle tante casette della Comunità. Hanno due cani. Prima di diventare (2021) direttrice del ristorante, è stata anche per tre anni e mezzo in contatto con i ragazzi delle scuole che visitano, quasi quotidianamente, la Comunità. "Insegnavo ai giovani quello che non devono fare e che io ho fatto". Ora Arianna dirige la truppa neo stellata, la brigata di cucina e la sala. 
Dentro questa storia si respira profumatissima aria di grande bellezza: pensate che all’interno della Comunità c’è una succursale della scuola alberghiera di Riccione e molti ragazzi ospiti di Sanpa che hanno la passione della cucina, studiano lì e poi fanno esperienza a Vite. È come una filiera della rinascita. "Non abbiamo paura di raccontare il nostro passato, anche con i clienti – spiega Arianna –. Anzi, loro ci ascoltano, ci rispettano e ci incoraggiano. Siamo orgogliosi di noi stessi: eravamo dei tossici, ora siamo qui. All’inizio è dura, certo. Entri in Comunità e ti dici: ’Io non sono come loro’. Invece sei come loro, o anche peggio. San Patrignano ti sbatte in faccia la verità, ma nessuno ti giudica. È cio che serve per ricostruirti". 
La stella finale (Michelin o polare, poco cambia) di Arianna è un condensato di saggezza: trovato in trincea, non sui libri. "Quando hai presente la persona che eri prima e che non vuoi più diventare, beh, è il momento che non scappi più". 
Vite, dolcissimamente vita. 
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