di Francesco Zuppiroli
L’Ausl Romagna chiude il 2022 in rosso. Dopo il passivo da 197 milioni registrato nel bilancio preventivo, gli aggiustamenti messi in conto per cercare di chiudere l’anno in pareggio non sono bastati e l’Ausl ha dato conto del bilancio consuntivo del 2022 registrando un disavanzo di esercizio pari a 22.831.659 euro. Oltre un quarto del disavanzo da quasi 85 milioni dell’Emilia-Romagna e che presenta una situazione ben diversa rispetto al 2021, quando comunque il bilancio consuntivo venne chiuso dall’Ausl in positivo di 9.532 euro. Ma il paracadute è già stato aperto. Nel deliberare il bilancio d’esercizio la stessa Azienda specifica che la voragine da quasi 23 milioni troverà copertura nell’ambito delle risorse che saranno assegnate alle Aziende sanitarie in sede di approvazione dei bilanci di esercizio 2022 da parte della giunta regionale, che ha approvato le quote di avanzo vincolato di amministrazione da svincolare e ha attribuito alle stesse la destinazione alla copertura totale del disavanzo della gestione 2022. In sostanza, il buco verrà chiuso, ma l’impatto economico ha risentito ancora dell’eccezionalità degli eventi. Perché ai minori costi derivanti dal progressivo rientro dello stato emergenziale è parallelo un minor finanziamento e si è opposto il sensibile incremento dei costi delle bollette solo parzialmente finanziato dai contribuiti statali.
Entrando nel dettaglio dei costi, l’Ausl Romagna evidenzia un aumento rispetto al 2021 del 5,1% complessivo per livelli essenziali di assistenza. Rispetto al 2021 è anche aumentato il personale del 5,6%, mentre l’incidenza dei consumi di beni sanitari, che rappresenta il 17,8% dei costi, ha un incremento sul 2021 dell’8,4%. L’incidenza dei servizi non sanitari è invece pari al 7,7%, con un incremento complessivo dei costi del 17,8% legato a filo doppio alla salita vertiginosa delle bollette: con un +191% per energia elettrica e +249% per il riscaldamento.
"È evidente che il risultato di bilancio è negativo – comincia l’analisi del direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori –. È però altrettanto vero che la Regione ha già garantito il pareggio grazie allo stanziamento di fondi propri". Il cerotto sulla ferita che sanguina però impone un ragionamento, "che non può discostarsi da un evidente sottofinanziamento – continua Carradori –. Il costo complessivo delle spese è lievitato del 4% in un anno per 106 milioni di euro in più su due miliardi e 750 milioni totali. Soldi utilizzati per i beni sanitari, fino a 43 milioni circa e servizi non sanitari quali le bollette, fino ad altri 32 milioni circa. Ma a crescere è stata anche la nostra produzione, con 8.500 ricoveri in più in un anno e oltre 5mila interventi chirurgici in più. A me preme ciò che è stato fatto con questi soldi e l’evidente capacità dell’azienda di generare reddito, con la virtù di pesare per soli 77 euro pro capite a fronte di risultati soddisfacenti nelle prestazioni". Ma la virtù di spesa non basta "se a sostenerla non c’è un adeguato finanziamento – chiosa Carradori –. Considerato il venir meno di circa 72 milioni derivanti da risorse straordinarie per l’emergenza Covid".