Sanitari sospesi: in nove hanno fatto ricorso per poter tornare al lavoro

Continua a salire il numero dei sanzionati per aver rifiutato il vaccino. Nella provincia di Rimini sono oltre 150 tra medici e infermieri

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La crociata dei sanitari No vax continua. In Romagna sono già centinaia medici, infermieri e altri operatori sospesi per la mancata vaccinazione. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ausl, solo tra i sanitari alla dirette dipendenze dell’azienda i sospesi sono 219, di cui 108 infermieri, 31 oss (sono gli operatori socio sanitari), 7 medici, altri 41 professionisti sanitari con altre mansioni, 22 operatori della medicina convenzionata. La Romagna è, in regione, l’area con la maggior percentuale di sanitari sospesi rispetto al numero dei dipendenti. Si è arrivati all’1,14% di sanitari lasciati a casa, mentre la media regionale è pari allo 0,67%. Senza contare i liberi professionisti.

I numeri di Rimini, che ha una comunità radicata di No vax e resta il fanalino di coda in Emilia Romagna nella campagna vaccinale contro il Covid, incidono e non poco sulla situazione dei sanitari sospesi in Romagna. A oggi i medici lasciati a casa senza stipendio perché hanno rifiutato di vaccinarsi sono quasi 60 (oltre il 2%), compresi anche i liberi professionisti. Tra loro anche Marco Vigna (foto), che ricopre il ruolo di presidente degli odontoiatri nell’Ordine dei medici. E sono arrivati già quasi a 90 gli infermieri sanzionati nella nostra provincia. Come tra i medici, anche tra gli infermieri la percentuale dei sospesi è superiore al 2%.

Alcuni tra i sanitari sospesi nel Riminese hanno già impugnato il provvedimento. Sono 9 i medici che hanno fatto ricorso al Tar contro l’Ausl contestando la sospensione dal lavoro. Tra loro ci sono medici di base e odontoiatri. Alcuni, è il caso di un dentista riminese, hanno deciso di fare causa anche al Comune, ’colpevole’ di aver revocato l’autorizzazione sanitaria del loro ambulatorio costringendoli a chiudere lo studio.