Sbagliato paragonare la guerra di Putin alla Resistenza

Trovo sia una forzatura equiparare la Resistenza alla guerra fra Russia e Ucraina. In questo si tratta di una aggressione militare di uno Stato (la Russia) a un altro Stato (l’Ucraina), anch’esso dotato di un esercito regolare, armato e addestrato, a partire dal 2014, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Una guerra fra Stati, quindi, anche se inizialmente squilibrata, dal punto di vista militare, a favore della Russia. L’imponente flusso di armamenti delle ultime settimane da parte dei paesi Nato sta peraltro contribuendo a diminuire notevolmente la differenza. La nostra Resistenza è stata la ribellione di civili che, armatisi alla bell’e meglio, hanno intrapreso una lotta impari contro il poderoso esercito occupante della Germania nazista e contro le milizie fasciste. Inizialmente, a parte qualche lancio paracadutato di armi da parte degli Alleati, i partigiani italiani potevano contare su armamenti sottratti al nemico in audaci azioni di guerriglia e poco altro. Parliamo di una resistenza popolare contro l’oppressore, autore di violenze e stragi. In Ucraina esiste sì una resistenza di popolo, di cui non si parla, quella iniziata dopo il 2014, delle milizie popolari del Donbass, nate per difendere la popolazione russofona dalle violenze e dai massacri delle formazioni paramilitari e dai bombardamenti dell’esercito ucraino, che hanno causato migliaia di morti tra i civili, colpevoli solo di essere etnicamente russi e di volere l’autonomia e, in seguito, l’indipendenza da uno Stato che li perseguita e nega loro i più elementari diritti.

Venanzio Antonio Galdieri