"Scandalose le cifre dell’evasione"

Lo dice il segretario della Cdls, Gianluca Montanari durante i lavori del Consiglio confederale

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Sono tre i temi cerchiati in rosso nell’agenda sindacale: rinnovo di tutti i contratti di lavoro, futuro delle pensioni, riforma del fisco. L’ha detto il segretario della Cdls, Gianluca Montanari, aprendo i lavori del Consiglio Confederale. Il sindacato torna alla carica sul fronte dei rinnovi contrattuali e il segretario Montanari sottolinea che "abbiamo appena girato la boa di due anni terribili, dove il mondo del lavoro ha dato prova di compattezza difronte agli sconvolgimenti della pandemia, all’aumento generalizzato delle tariffe, ed ora alla fiammata inflazionistica alimentata da una crisi energetica figlia della folle e ingiustificata guerra in Ucraina. Per questo dobbiamo dare dignità al lavoro incrementando con il rinnovo dei contratti scaduti il potere d’acquisto di salari e stipendi degli oltre 19 mila lavoratori del settore pubblico e privato".

Il segretario della Cdls torna a ribadire che la riforma previdenziale "non può svilirsi in un mix di tagli lineari, risparmi contabili e innalzamento dell’età pensionabile, ma deve affrontare in modo completo e coordinato tutti i temi sul tappeto".

E qui Montanari rimarca che al primo posto c’è la necessità di garantire una prospettiva pensionistica ai giovani con il completamento del secondo pilastro complementare: "E’ ormai indispensabile e indifferibile far funzionare Fondiss affinché integri e sostenga le pensioni, inoltre va rivista la sua governance, che deve diventare di tipo collettivo e contrattuale".

Così come sul fronte dell’età pensionabile "è necessario garantire le carriere contributive lunghe e prevendere l’opzione donna".

Poi la riforma fiscale. "Il confronto deve ancora partire – ricordano dal sindacato – l’obiettivo del governo è quello di introdurre nuove misure fiscali in grado di garantire una maggiore gettito di circa 20-25 milioni, ma a pesare come macigni sono i dati sull’evasione e sull’elusione riportati dalla relazione del Segretario alle Finanze: il 50% delle società dichiara di essere in perdita, mentre la maggioranza dei lavoratori autonomi dichiara redditi inferiori a 20mila euro all’anno. "Sono cifre davvero scandalose – dice Montanari – dobbiamo invertire questa tendenza, altrimenti gli effetti della riforma si scaricherebbero solo sui redditi fissi, ossia sui dipendenti e i pensionati".