LORENZO MUCCIOLI E FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Scarcerazione di Louis Dassilva, la procura incalza: “Nuovi e pesanti indizi”

Caso Pierina, chi indaga ha depositato una memoria in cui la testimonianza di Manuela è definita “perfettamente credibile”. E sul senegalese: “Sottratto al confronto”

Scarcerazione di Louis Dassilva, la procura incalza: “Nuovi e pesanti indizi”

Rimini, 9 aprile 2025 – Il pm Daniele Paci, “in ordine alla richiesta di scarcerazione di Louis Dassilva avanzata all’esito della conclusione dei primi tre incidenti probatori”, chiede al gip Vinicio Cantarini “il rigetto della richiesta di revoca della misura custodiale” a carico del 35enne senegalese, in carcere per l’omicidio di Pierina Paganelli.

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In una memoria di dieci pagine, la Procura riminese ha messo nero su bianco gli elementi che inchioderebbero Dassilva come l’autore del delitto di via del Ciclamino il 3 ottobre del 2023, elencando le motivazioni per le quali il 35enne dovrebbe rimanere ai ’Casetti’ e quelle che rendono la testimonianza di Manuela Bianchi – l’ex amante, ora diventata la principale accusatrice del senegalese – perfettamente credibile. Bianchi, indagata per favoreggiamento, ha raccontato al giudice di aver incontrato Dassilva nel garage la mattina del 4 ottobre. L’uomo le avrebbe detto che dietro la porta tagliafuoco c’era il corpo di una donna, delle cose cadute a terra dalle sue mani (un barattolo di vetro), di non fare rumore, di salire al primo piano a chiamare il vicino di casa moldavo.

Per la Procura, “le dichiarazioni della Bianchi sono pienamente riscontrate da quanto evidenziato dal consulente tecnico Perino sui rumori registrati dalla telecamera” posta in un box auto del seminterrato “e da quanto riferito” da un’altra condomina sentita come persona informata sui fatti. Inoltre, le dichiarazioni di Bianchi “sono confermate anche dall’analisi dei passi registrati dal telefono”. La sua attendibilità è “rafforzata dal fatto che Dassilva si è sottratto al confronto con la stessa” nel corso dell’incidente probatorio. Al contrario, secondo gli inquirenti, Manuela non poteva trovarsi nel garage all’ora del delitto in quanto una consulenza preliminare evidenzia “che dalle 22.15.33” la donna “stava utilizzando il proprio telefono. Al piano seminterrato vi è una scarsa copertura del segnale di rete, che impedisce la navigazione in internet”: da ciò si deve dedurre che Bianchi, a quell’ora, “era nel proprio appartamento”, come testimoniato dalla figlia e dal fratello Loris.

Ancora, sottolinea sempre la Procura, la circostanza che alla donna riversa a terra fosse caduto un barattolo di vetro, andato in mille pezzi, “non può che essere stata riferita dall’assassino”. Quanto a Dassilva, “dalla perizia emerge che non ha avuto interazioni con i dispositivi elettronici tra le 22.06.56 e le 22.38.41”. A questi indizi, secondo gli inquirenti, va ad aggiungersi “l’assoluta inattendibilità” di Valeria Bartolucci, moglie di Louis, “e l’assenza di qualsivoglia alibi” a sostegno dell’indagato. Rispetto al movente, Bianchi nel corso dell’incidente probatorio “ha riferito un’ulteriore circostanza rispetto al forte timore dei due amanti circa la possibilità che la loro relazione venisse scoperta”, ovvero “la notizia che la Paganelli potesse incaricare un investigatore privato affinché individuasse l’amante della nuora”. ll criminalista Davide Barzan, componente del pool legale di Manuela, sottolinea dunque come “sarà determinante la valutazione sul colore della pelle” rilevata dalla cam3 ed evidenzia l’indicazione del pm sulle “condotte di depistaggio poste in essere dall’indagato successivamente al delitto”. Alla memoria della Procura fa da contraltare quella dei difensori di Dassilva, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che mette invece in luce le presunte incongruenze del racconto di Manuela. La decisione del gip Cantarini sulla scarcerazione è attesa in settimana.