Gli schiaffi alla figlia non sono reato

Rimini, assolto il padre denunciato per abuso di mezzi di correzione. La giovane non andava a scuola e stava con un uomo molto più grande di lei

Il padre aveva scoperto che la ragazzina aveva saltato la scuola (foto di repertorio)

Il padre aveva scoperto che la ragazzina aveva saltato la scuola (foto di repertorio)

Rimini, 22 dicembre 2019 - Prendere a schiaffi la figlia per strada non è reato. Una sentenza di assoluzione, quella emessa due giorni fa dal giudice, Andrea Falaschetti, nei confronti di un papà algerino che aveva perso la pazienza con la ragazzina che non era andata a scuola, preferendo uscire con il fidanzato che aveva il doppio dei suoi anni. Il padre l’aveva beccata sul fatto ed era uscito dai gangheri, con il risultato che i passanti avevano chiamato la Polizia e lui era finito sotto processo.

I fatti risalgono a quasi quattro anni fa. La giovane in questione ha solo 14 anni, ma è innamorata di un ragazzo che ne ha 28. Un altro nordafricano che non ha nè arte e nè parte, e che il padre di lei, dipendente di una ditta edile, vede come il fumo negli occhi. Quel ragazzo non gli piace, e soprattutto ha il doppio degli anni di lei. Come in tutte le famiglie del mondo, tra padre e figlia si apre una guerra senza quartiere. L’uomo intima alla ragazzina di smettere di frequentarlo, lei urla e strepita e fa spallucce. E naturalmente, come tutte le adolescenti che si rispettino, se ne infischia di quello che dicono i genitori, soprattutto quando si tratta di questioni di cuore. Il padre ovviamente tiene d’occhio la situazione, sapendo che la 14enne è ben lontana dall’ascoltare i suoi consigli o ordini che siano. Così, quando quel giorno viene a sapere che non si è presentata a scuola, decide di andare a cercarla, immaginando già con chi può essere sua figlia. Gira la città come un forsennato e alla fine l’avvista in centro storico. Tombola: la ragazzina è insieme al marocchino.

L’algerino, che pure viene descritto come una persona assolutamente tranquilla, vede rosso. Infiaschiandosene del divieto, non solo lei è avvinghiata al ‘fidanzato’, ma pur di stare con lui ha anche saltato la scuola. Quando i due giovani si trovano di fronte il padre inferocito, il primo a reagire è il ragazzo. Il quale, immaginando di rischiare grosso mette le ali ai piedi e scappa via come una scheggia. Lei invece non ha il tempo di dire granchè, prima ancora di riuscire a fare le proprie rimostranze, le arrivano due sberle e un calcio nel sedere.

Una scena che inchioda i passanti sul posto. Alcuni decidono di intervenire e ‘circondano’ il padre per impedirgli di andare oltre. Altri invece chiamano la Polizia. Gli agenti arrivano sul posto, ascoltano i testimoni e mentre la ragazzina viene portata al pronto soccorso (dieci giorni di prognosi), il padre viene accompagnato in questura, dove viene denunciato per abuso di mezzi di mezzi di correzione e lesioni. L’uomo, difeso di fiducia dall’avvocato Matteo Paruscio, è mortificato. Si scusa, dice di avere perso completamente il lume della ragione. Lui è un uomo che ha sempre pensato a lavorare, è in Italia da tanti anni e non ha mai avuto problemi con la giustizia. La disobbedienza della figlia però l’ha mandato in bestia, e vedere i due insieme, l’ha portato a perdere il controllo.

Vista la tensione in famiglia, con il benestare dei genitori la ragazzina viene affidata a una comunità (dopo un mese e mezzo ha chiesto di poter tornare a casa), mentre l’inchiesta si conclude con il rinvio a giudizio del padre, accusato appunto di abuso di mezzi di correzione. Giovedì scorso l’uomo è comparso davanti al giudice, per essere processato con rito abbreviato. L’avvocato Paruscio ha sottolineato non solo la cultura dell’algerino, il quale proviene da una Terra dove le punizioni corporali sono tollerate. Ma soprattutto la paura di un padre che ha visto la figli in quello che lui giudicava un pericolo oggettivo. E alla fine il giudice è uscito dalla Camera di consiglio con una sentenza di assoluzione ‘perchè il fatto non costituisce reato’. Per le motivazioni bisognerà attendere 90 giorni.