Rimini, fanno spogliare due bimbi a scuola per cercare segni di percosse

Sotto processo psicologa e assistente sociale: la madre era innocente

Una scuola (foto repertorio)

Una scuola (foto repertorio)

Rimini, 11 febbraio 2018 - Hanno fatto spogliare a scuola due fratellini, per cercare segni di maltrattamenti da parte dei genitori. Ma non potevano farlo, ed è per questo che ora una psicologa e un’assistente sociale sono alla sbarra con l’accusa di perquisizione e ispezione personali arbitrarie. Sotto processo per calunnia, anche il padre dei due bambini. Tutto sarebbe infatti partito da lui: il suo unico obiettivo sarebbe stato quello di vendicarsi della ex moglie e del nuovo compagno.

I fatti risalgono all’anno scorso, quando il padre dei due bambini denuncia la moglie, da cui si sta separando, agli assistenti sociali, sostenendo che lei e il suo nuovo fidanzato picchiano i suoi figli. Ed è così che una mattina, un’assistente sociale e una psicologa (una residente a Rimini e l’altra a Pesaro), si presentano alla scuola elementare che frequentano i fratellini. Le due avevano già chiesto al preside di ‘ispezionare’ il corpo dei bambini per cercare presunti maltrattamenti (anche le maestre erano state allertate, ma non avevano notato alcun segno), ma dopo il suo rifiuto hanno deciso di agire direttamente. Il dirigente scolastico cerca di opporsi, lui non ha dubbi che si tratti di un abuso e si rifiuta di dare il suo consenso. Loro però non mollano, al punto che il preside lascia la stanza parecchio arrabbiato. Le due portano quindi i bimbi in un’aula, li spogliano e cominciano a cercare i segni dei presunti maltrattamenti. Il fatto è però che non li trovano. Nessun segno di percosse, nemmeno il più piccolo livido. I due fratellini, seppur senza troppa convinzione, confermano però la versione del padre, sostenendo che vengono picchiati ogni giorno dalla mamma e dal patrigno.

Ma appena la madre, rappresentata dall’avvocato Luca Greco, viene a sapere quello che è accaduto ai suoi figli, prima si precipita a scuola e subito dopo decide di denunciare le due operatrici. Ed a quel punto che viene fuori l’intero retroscena. I due bambini non ci mettono molto a confessare che a costringerli a mentire sui maltrattamenti era stato proprio il padre, il quale aveva detto loro che se non l’avessero fatto la mamma e il patrigno sarebbero morti. Spaventati, avevano accettato di raccontare le bugie. A quel punto psicologa e assistente sociale finiscono sotto inchiesta con l’accusa di perquisizione e ispezione personale arbitrarie. Ma non sono le uniche, perchè il padre dei bimbi che aveva architettato tutta per vendicarsi della ex moglie servendosi dei suoi figli, viene indagato per calunnia. A inchiesta chiusa sono finiti tutti e tre alla sbarra e il processo è stato fissato al 23 marzo prossimo.