SCUOLA MEDIA ’TERESA FRANCHINI’, SANTARCANGELO

Presenti reperti che vanno dal 1200 al 2020: il più strano è quello decorato da Pablo Picasso

SCUOLA MEDIA  ’TERESA FRANCHINI’, SANTARCANGELO

SCUOLA MEDIA ’TERESA FRANCHINI’, SANTARCANGELO

Come scoprire la storia in modo originale? Sicuramente a Santarcangelo, visitando il Museo del bottone, si va a colpo sicuro. Il museo ospita 15mila bottoni provenienti da tutto il mondo, che rispecchiano la politica e la cultura dei diversi paesi, dall’Italia al Giappone. Molte persone rimangono impressionate quando ne vedono tanti in una sola stanza e la collezione è in continuo aumento. Tutto è cominciato da una sfida di Giorgio Gallavotti: collezionare i bottoni e scoprirne la storia.

Sono catalogati dal 1200 al 2020, molti di questi hanno ‘visto’ le guerre mondiali. Questo museo non racconta solo la storia di Santarcangelo, ma del mondo ed è importante perché aiuta a non dimenticare, ma cosa? L’Olocausto, per esempio. Nel museo si può vedere un bottone trovato dentro il lager di Auschwitz Birkenau con questo commento: "Spero che nessun bottone debba vedere quello che ho visto io". Come esempio più recente i bottoni indossati dall’astronauta italiana Samantha Cristoforetti nelle sue due missioni spaziali. Abbiamo intervistato Irene, che si prende cura del Museo.

Dove è nato l’interesse di Gallavotti per i bottoni?

"La famiglia Gallavotti aveva una merceria a Santarcangelo e, dopo aver chiuso l’attività, Giorgio e suo padre hanno cominciato a vendere bottoni insieme; da lì è nata la passione per collezionarli".

Qual è il bottone più antico?

"Nel museo si trovano bottoni del 1200 e anche di epoca romana".

Ora una domanda più personale: qual è il bottone preferito di Giorgio?

"Si tratta di un bottone antico con sopra delle lettere, che testimonia la fine dell’analfabetismo e l’inizio delle grandi scoperte grazie all’invenzione della scrittura".

Il bottone più strano?

"Quello decorato con la faccia di Picasso".

Il più pregiato?

"Si può trovare un bottone realizzato da Pablo Picasso per Cocò Chanel con sopra disegnato un cavallo con la testa girata, dove quest’ultima indica le 12, la coda le 3, le zampe le 6 e il collo le 9".

Abbiamo infine chiesto se Giorgio fosse felice della sua idea e la risposta è che la soddisfazione è grande, visto che i bottoni riescono a raccontare la storia, ‘I bottoni parlano’. Nel museo si possono osservare anche dei pezzi del muro di Berlino quando la Germania era ancora divisa, di conseguenza non potevano incontrarsi tra di loro liberamente. Un ringraziamento speciale va al signor Gallavotti che ha ideato questo piccolo tesoro nel cuore di Santarcangelo. Consigliamo a tutti la visita.

Maria Nardella,

Federico Magalotti 3F