"Se il Comune non ci aiuta lasceremo l’ex Delfinario"

Lavori al palo, la Fondazione cetacea: "Impossibile rimuovere alcuni abusi, c’è il rischio di crolli. Senza una sanatoria dovremo trasferirci altrove"

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di Manuel Spadazzi

I lavori sono fermi ormai da mesi. E non si sa se e quando ripartiranno. "Siamo di fronte a un bivio: o il Comune ci concede una sanatoria, oppure dovremo mollare il progetto di riqualificazione per l’ex Delfinario di Rimini", allarga le braccia Sauro Pari della Fondazione cetacea. I problemi sono sorti in primavera, quando il Club Nautico e la Fondazione cetacea, che hanno vinto il bando del Comune e si sono aggiudicati in concessione l’ex acquario, durante i lavori di demolizione dei vecchi abusi edilizi hanno scoperto che la rimozione di alcune parti avrebbe compromesso la stabilità dell’intera struttura. "Si tratta di putrelle di dimensioni importanti, che sorreggono la struttura – continua Pari – Togliere queste travi causerebbe il rischio di crollo di alcuni parti dell’ex Delfinario". I tecnici di Club Nautico e Fondazione cetacea hanno sospeso i lavori, e da allora "attendiamo di trovare una soluzione insieme al Comune. Per come la vediamo noi, l’unica possibilità è che l’amministrazione ci conceda una sanatoria. A quel punto potremmo portare avanti i lavori di riqualificazione, senza mettere in pericolo la stabilità della struttura". A giorni "avremo un incontro col Comune, per fare il punto. Ma senza sanatoria – ribadisce Pari – saremo costretti a riconsegnare l’edificio all’amministrazione e pensare a un’altra sede dove realizzare il nuovo ospedale delle tartarughe e il centro per la tutela della fauna marina che avremmo voluto fare all’ex Delfinario". Anche perché "non possiamo permetterci di avere solo costi, senza poter utilizzare la struttura. Da due anni paghiamo il canone al Comune di Rimini, e in previsione del nuovo centro all’ex Delfinario abbiamo assunto altre due biologhe che ci costano 70mila euro l’anno".

Intanto ieri la Fondazione cetacea è stata allertata per il ritrovamento di un delfino morto rinvenuto in spiaggia a Marina centro all’altezza del bagno 8. Il tursiope era morto da tempo. "Il decesso – spiega Pari – è avvenuto a causa di una rete di pesca, dalla quale l’animale non è riuscito a liberarsi". Da gennaio la Fondazione è già intervenuta per 18 delfini morti tra Emilia Romagna e Marche, "8 di loro avevano tra i denti o in gola reti da pesca". Il numero di decessi "è più alto rispetto al 2021, ma va detto che la popolazione dei delfini nel nostro mare è cresciuta".