"Se passa la legge ci rimettiamo 200 milioni"

Pressing su Draghi per rivedere gli indennizzi previsti agli operatori. I bagnini: "Va riconosciuto il valore commerciale dell’impresa"

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"Se il governo sulle concessioni balneari non tiene conto del valore commerciale di mercato degli stabilimenti, finisce lo stato di diritto. E finisce il turismo balneare. In quel caso valuteremo di fare ricorso alla Corte di giustizia europea. Ma mi auguro che in queste ore si cambi rotta, seppure in extremis". Lo annuncia Giorgio Mussoni, storico presidente dei bagnini di Oasi, che raccoglie gran parte dei quasi 500 stabilimenti del Riminese. "Se si parla di indennizzo per ’il residuo degli investimenti’ fatti, di ’valore residuo’ degli immobili – continua Mussoni – vuol dire che se va bene, in caso di perdita della concessione, chi subentra ti dà 50 euro a ombrellone, 10mila se sono 200; altri 20mila per 400 lettini, 10mila per le cabine. Forse 100mila euro in tutto, per un bene che vale 8 volte di più. Se invece torna in pista il valore commerciale dell’impresa, si tiene conto di parametri più realistici". Il confronto nella commissione Industria del Senato sugli indennizzi previsti per i concessionili uscenti prosegue, anche se il termine indicato da Draghi è vicino: il 30 maggio andrà votato il Ddl concorrenza, questione balneare inclusa.

"Non solo si deve tenere conto, nella legge, del valore commerciale dell’impresa, ma anche di criteri come la professionalità e legittimo affidamento", fa eco Mauro Vanni, presidente Confartigianato per le imprese demaniali: "Non vogliamo elemosine, ma non si possono prevedere indennizzi basati sugli incassi, magari quelli degli ultimi due anni con la pandemia. Va complessivamente valutato il valore d’impresa".

E le cifre sono elevate. "Negli ultimi anni le spiagge più economiche passate di mano a Rimini sono state valutate sui 200mila o 300mila euro – continua Vanni – e le più importanti sul milione", anche se queste ultime sono la minoranza. Se si fa una media di 400mila o 500mila euro a stabilimento, considerando i circa 500 bagni presenti nel Riminese, i bar, i ristoranti e le altre concessioni si arriva a oltre 250 milioni di valore commerciale di tutte le imprese. Se passa l’idea del governo dell’indennizzo ridotto, ai gestori verrebbero riconosciuti tra i 50mila e i 100mila euro a bagno: circa 35 milioni in tutto. Insomma, ’sparirebbero’ oltre 200 milioni.

Mario Gradara