Sedicenne muore in disco, il racconto dell'operatrice: “Piango dalla rabbia”

La testimoniaza di Sarah, uno dei paramedici che è intervenuta per soccorrere il 16enne Lamberto Lucaccioni FOTO: tragedia in discoteca

La discoteca Cocoricò di Riccione

La discoteca Cocoricò di Riccione

Rimini, 20 luglio 2015 - «Riposa in pace angelo bello». Chiude così, sul proprio profilo Facebook, il racconto di una notte che non dimenticherà. Sarah era uno dei paramedici che ha soccorso Lamberto Lucaccioni (FOTO).

La sua testimonianza ha rimbalzato in Rete dopo essere stata pubblicata dal giornalesm.com. «Ho quasi sempre elogiato il mio mestiere per le tante soddisfazioni che da - ha scritto Sarah -. Ma chi non è in questi panni non può capire cosa voglia dire dover rimanere impassibili e freddi quando ti trovi un ragazzo di 16 anni sulla barella della sala emergenza alle 4 di mattina in arresto cardiaco per colpa di una pasticca che non avrebbe dovuto prendere.

E sei li che lo massaggi impassibile ma nella mente pensi «avanti forza reagisci», ma nonostante l’ora e mezza di massaggio cardiaco l’onda di quel cuore che già da un po’ non batte, rimane piatta. E dopo aver fatto il possibile ci si arrende all’evidenza che l’alba che stai guardando tu, sfinito, lui non potrà vederla. E pensi ai suoi genitori che ancora non sanno di non poter mai più parlare con lui, litigare con lui, ridere con lui, festeggiare con lui.

Poi arrivano trafelati, sanno che il figlio sta male ma non che giace steso, freddo ed esangue su un lettino. E allora il medico glielo comunica e lì una delle scene peggiori a cui mai si possa assistere. I pianti, le grida, i malori… «rivoglio il mio bambino vi prego» e tu sei li che non puoi far niente se non continuare ad essere professionale. Non siamo avvocati, non siamo banchieri, né cassieri, né muratori… per noi il lavoro non finisce al marcatempo, ce lo portiamo a casa con tutti i risvolti che comporta. E mentre sei in macchina stanco per il turno di notte, distrutto per le scene a cui hai assistito, scoppi a piangere e scarichi finalmente tutta la rabbia che hai contro le ingiustizie che a volte riserva la vita. Sedici anni, ca....».

E’ la rabbia di chi vive ogni giorno e ogni notte i drammi delle persone che tenta di salvare. «Sono arrabbiata - conclude Sarah -, sono stanca e sono triste». Poi il ritorno a casa, dopo il turno. Lamberto non ce l’ha fatta. «Riposa in pace angelo bello».