"Seno ricostruito post operazione La nuova tecnica piace agli Usa"

La chirurgia senologica di Santarcangelo da 12 anni sperimenta un intervento meno invasivo e più efficace. Il direttore Samorani: "Relazioneremo al convegno di Boston: da noi 143 casi trattati con innesti di grasso"

Migration

Il progresso è intuizione, coraggio, sperimentazione, risultato. Non manca niente alla tecnica innovativa per la ricostruzione del seno post mastectomia che da dodici anni ormai sperimenta l’Uo Chirurgia ad indirizzo senologico dell’ospedale di Santarcangelo, diretta dal professor Domenico Samorani. Da una ’squadra’ di nove medici, sei senologi e tre chirurghi plastici, tra cui Luca Fabiocchi, in prima linea nell’utilizzo di una tecnica di ricostruzione mammaria che "per gli straordinari risultati ottenuti sui 143 interventi eseguiti (maggior casistica internazionale, ndr) dalla nostra équipe nell’arco di dodici anni, ci porterà a esporre una relazione ad hoc al 91esimo congresso internazionale della società Americana di Chirurgia plastica, che si terrà a Boston dal 27 al 31 ottobre, tra le appena 200 relazioni accettate" e durante il quale proprio il professor Fabiocchi esporrà i dettagli di "una tecnica dinamica e rivoluzionaria".

Due aspetti. Rivoluzionaria perché "al contrario delle ricostruzioni tramite l’innesto di protesi mammarie e con tessuto autologo, molto invasive e con più complicanze, la tecnica da noi utilizzata – continua Fabiocchi – si basa sul trapianto di tessuto adiposo, massa grassa per intenderci, aspirata da altre parti del corpo della paziente e innestata direttamente nel seno: un vero e proprio lipofilling". Ed è qui che si aggiunge la componente "dinamica". Perché "trattandosi di un innesto di grasso corporeo, esso è in grado di adattarsi ai cambiamenti fisiologici del corpo della donna, azzerando in pratica la differenza visiva e al tatto post operazione".

Non solo nel procedimento, che permette le dimissioni della paziente "il giorno dopo l’operazione", i progressi con la tecnica utilizzata dall’équipe del professor Samorani sono anche nei numeri. "Grazie a questa operazione – continuano all’unisono Samorani e Fabiocchi –, che usufruisce delle prestazioni di un macchinario per centrifugare il grasso corporeo, asciugarlo e quindi iniettarlo nel tessuto mammellare con caratteristiche che ne permettono un più efficace mantenimento, attecchimento, azzerando o quasi il rischio di rigetto o altre complicanze, siamo in grado di mantenere una media di 2,5 sedute per una ricostruzione completa". Numeri impressionanti, considerando che con tecniche ritenute ’tradizionali’ in alcuni casi di può arrivare anche a 11 sedute. "Inutile dire che mantenere questi tempi ci permette di avere liste di attesa che restano entro l’anno – concludono Fabiocchi e Samorani –. il che è molto importante se consideriamo che la ricostruzione può essere compiuta dopo otto mesi dall’intervento di asportazione della ghiandola a causa di un tumore al seno. E che tra una seduta ricostruttiva e un’altra devono passare minimo 4 mesi di tempo. Così, inoltre, riusciamo a concludere ogni seduta nell’arco di un’ora e mezza circa". Il risultato del progresso? "Una mammella completamente ricostruita, senza cicatrici, con grasso corporeo della paziente stessa, in operazione lipofilling che al termine ha come unica differenza l’assenza della ghiandola mammaria asportata in mastectomia".

Francesco Zuppiroli