REDAZIONE RIMINI

Sequestrato yacht di lusso. Denunciata la Darsena: "Non ha vigilato la barca"

Indagato un amministratore del Marina di Rimini: il panfilo da 5 milioni era stato affidato in custodia dopo la maxi inchiesta contro Giulio Lolli.

Il maxi yacht era stato sequestrato la prima volta nel 2011, a seguito dell’inchiesta sulle truffe di Giulio Lolli

Il maxi yacht era stato sequestrato la prima volta nel 2011, a seguito dell’inchiesta sulle truffe di Giulio Lolli

Uno yacht di lusso, del valore di 5 milioni, venduto all’asta al prezzo stracciato di 264mila euro. Rimasta ormeggiato per anni e anni nella darsena di Rimini, l’imbarcazione è andata incontro ad un lento e inesorabile degrado, con la compromissione degli impianti e numerose crepe comparse nello scafo. Secondo la Procura di Rimini, il deterioramento della barca rappresenterebbe una violazione dei doveri inerenti la custodia di beni sottoposti a sequestro da parte di chi era stato incaricato di vigilare su di essi. Ipotesi di reato che ha portato alla denuncia di un amministratore del Marina di Rimini, accusato anche di appropriazione indebita.

La vicenda ruota intorno all’Aicon 75, uno degli yacht finiti nell’intricata vicenda legata a Giulio Lolli, l’imprenditore della nautica condannato in primo e in secondo grado a 4 anni e 6 mesi per un giro di truffe con barche e auto. L’imbarcazione – all’epoca oggetto di una doppia vendita ‘truffaldina’ – era stata sottoposta a sequestro dal tribunale, su richiesta del pm Davide Ercolani, dopo essere inizialmente sfuggita ai controlli delle forze dell’ordine. Dal 2011 in poi, lo yacht è stato quindi custodito in darsena, salvo poi essere dissequestrato grazie all’istanzad un’istanza presentata dall’avvocato Gianluca Brugioni per conto di Aicon spa e poi finire all’asta a seguito del fallimento della stessa. Ad acquistarla è stata una società di diritto inglese con sede a Malta che si è vista recapitare una richiesta di 200mila euro come "rimborso per gli oneri di custodia": in caso di mancato pagamento, il natante non sarebbe stato rilasciato e messo in mare. I nuovi proprietari hanno presentato una denuncia contro il Marina di Rimini, che ha fatto scattare i controlli della Capitaneria di porto. I militari hanno compiuto una ricognizione approfondita dello stato di deterioramento della barca, documentato il tutto in una relazione.

Da ieri l’Aicon 75 è di nuovo sotto sequestro. "Presenteremo un’istanza al Riesame – dice l’avvocato Pier Paolo Piccinini, che assiste l’indagato – Ma crediamo che le accuse non abbiano il é minimo presupposto e che l’intera vicenda sia destinata a sgonfiarsi. Il mio assistito, quando lo yacht è finito sotto sequestro, non ricopriva l’attuale carica né ha mai svolto il ruolo di custode. La società nel tempo ha maturato un credito occupandosi delle spese di rimessaggio e di custodia della barca. Siamo al lavoro per definire una soluzione in tempi rapidi".