DONATELLA FILIPPI
Cronaca

Preso il serial killer dei cani: in 14 anni ne ha uccisi 40

È un ottantenne di San Marino. Disseminava di bocconi avvelenati strade, parchi e giardini privati

A sinistra, un cagnolino al parco con la sua famiglia. A destra, sotto la polizia di San Marino in azione l’altra sera dopo aver individuato il serial killer dei cani. In alto, un cartello che avverte della presenza di bocconi avvelenati

A sinistra, un cagnolino al parco con la sua famiglia. A destra, sotto la polizia di San Marino in azione l’altra sera dopo aver individuato il serial killer dei cani. In alto, un cartello che avverte della presenza di bocconi avvelenati

San Marino, 18 aprile 2025 – Ha agito indisturbato per 14 anni gettando bocconi avvelenati nei parchi, sul ciglio delle strade, ma anche nei giardini privati. Tanto da diventare per tutti a San Marino il serial killer dei cani. Quel killer che mercoledì sera, dopo anni di analisi, indizi, interrogazioni parlamentari e anche una task force messa in campo dal governo, è stato individuato e fermato dalle forze dell’ordine.

Decisivi i sette avvelenamenti avvenuti negli ultimi giorni nella zona di Fiorentino sui quali hanno indagato Polizia Civile e Gendarmeria. Le telecamere hanno ripreso l’auto di proprietà di un uomo di oltre 80 anni. Controlli incrociati hanno subito messo sulla pista giusta gli agenti. Quell’auto era stata ripresa anche altre volte sui luoghi degli avvelenamenti. Tutto portava all’anziano. Hanno così bussato alla sua porta e in casa hanno trovato tutto il necessario per confezionare i bocconi mortali che negli ultimi 14 anni hanno portato alla morte oltre 40 cani a San Marino. L’uomo è stato accompagnato al comando della Polizia Civile per essere interrogato e poi denunciato a piede libero.

Con il sospetto, dopo anni di controlli incrociati, che sia sempre stata la sua mano, dal 2011 a oggi, a confezionare quelle esche. Un vero assassino seriale, abitudinario nel modus operandi e fedele alla stessa arma mortale, esche fatte di carne o grasso di prosciutto cosparse di veleno liquido, l’Endusulfan, un potente diserbante non più in commercio in Italia, né a San Marino dal 2006 perché ritenuto pericoloso per l’uomo e per l’ambiente.

“La fine di un incubo” per l’Associazione protezione animali del Titano, che tanto si è battuta perché il colpevole non restasse impunito. “Ma rimane l’enorme dolore – dicono – per la lunga scia di sofferenza durata quasi 15 anni. In questo periodo si contano circa 40 decessi accertati di cani e molti altri avvelenamenti che fortunatamente si sono risolti grazie al pronto intervento dei veterinari”.

Recentemente quell’uomo “è stato condannato per ingiuria e minacce – riferiscono dall’Associazione – l’invio di lettere anonime deliranti e piene di odio indirizzate a noi e a diversi cittadini che in qualche modo avevano a che vedere con gli animali”. Occorre andare indietro parecchio con la memoria per raccontare quando è iniziata questa brutta storia a San Marino. È la primavera del 2011 quando l’Associazione protezione animali denuncia i primi casi. Dall’aprile di quell’anno a luglio sono trenta i cani avvelenati, di cui soltanto cinque salvati.

Nei parchi si scoprono decine di bocconi imbevuti del potente pesticida. Ma la mano del killer continua a colpire anche negli anni successivi prendendo di mira anche la mostra canina internazionale di scena a San Marino. Poi costretta a chiudere i battenti. Fino ad arrivare ai giorni nostri con i sette animali avvelenati qualche giorno fa a Fiorentino. Mercoledì la svolta, proprio nel giorno in cui in Consiglio grande e generale sono stati approvati gli emendamenti al Codice Penale che ridefiniscono i reati contro gli animali.

Per la prima volta è prevista la pena detentiva per chi uccide, maltratta o abbandona un animale. Le nuove disposizioni prevedono prigionia di primo grado (da tre mesi a un anno) e prigionia di secondo grado (da sei mesi a tre anni). Ora non resta che attendere cosa decide il commissario della legge, ovvero il giudice del tribunale sammarinese, sulla posizione dell’uomo. Mentre sui social corre la rabbia dei sammarinesi. “Deve pagare”, dice qualcuno. “Ci aspettiamo una pena esemplare”, commenta qualcun altro.