"Serviva un campo civico come a Rimini"

Sadegholvaad: "Il partito ha sbagliato tutto, evocando il rischio di derive fasciste e non costruendo alleanze"

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"Non è che adesso, solo perché ha vinto il centrodestra, dovremo andare in montagna a fare la resistenza", dice convinto Jamil Sadegholvaad.

Eppure il Pd a livello nazionale ha condotto la campagna elettorale proprio evocando derive fasciste nel Paese.

"E questo è stato sbagliatissimo da parte del Pd – è il giudizio netto del sindaco di Rimini – Basta guardare cosa succede in Europa e nel mondo con la virata a destra di Paesi dalla lunga storia socialdemocratica. Ora davanti vanno messe bollette, inflazione, questione energetica, il ruolo internazionale dell’Italia".

Vuole dire che il Pd non ne ha combinata una giusta...

"Ci sono stati tanti errori, spero di non vederne altri. Non vorrei assistere al processo al leader, al capro espiatorio da sacrificare in cerca dell’uomo della provvidenza. Negli ultimi anni è già successo 6 volte e abbiamo bruciato 6 segretari... Sono stanco di costruire la casa dal tetto".

Com’è maturata la sconfitta?

"È stata soprattutto una sconfitta tattica: non abbiamo capito il Rosatellum e ci siamo fatti sorprendere dalla partita delle alleanze. Un campo largo di forze progressiste se la sarebbe giocata col centrodestra, con possibilità di vittoria. L’esempio l’abbiamo avuto qui in questi mesi". Si riferisce alle comunali?

"Sì. A Rimini, Riccione e Cattolica abbiamo vinto con un centrosinistra a forte trazione civica. È il ’partito della città’ che andrebbe fatto a livello nazionale".

Morrone ha battuto Gnassi: se l’aspettava?

"Andrea ha fatto una campagna eccezionale nel tentativo impossibile di conquistare un collegio dove nel 2018 avevamo perso di quasi 16mila voti. Le dinamiche nazionali hanno sovrastato qualunque discorso. Basti pensare solo su 27 comuni, il Pd è il primo partito solo a Rimini, Santarcangelo e Novafeltria: negli altri ha prevalso Fratelli d’Italia".