
I carabinieri hanno condotto le indagini: il giovane accusato di atti sessuali su una minore
Rimini, 17 maggio 2025 – Dodici anni. Era questa l’età di una ragazzina di origini peruviane che, durante il lockdown, era rimasta incinta. Un figlio concepito con il proprio cugino di secondo grado che, all’epoca dei fatti, di anni ne aveva invece 23. È stata questa la relazione proibita, fatta di più numerosi rapporti che l’imputato ha sempre sostenuto come “consenzienti”, che i due parenti hanno intrattenuto nel novembre 2020 e che, poco tempo dopo, aveva poi portato alla nascita del figlio dei due.
Atti sessuali su minorenne che, dopo essere stati denunciati ai carabinieri di Riccione dai genitori della ragazzina, avevano immediatamente fatto partire un’indagine nei confronti del cugino 23enne.
Un procedimento lungo che, nei giorni scorsi, ha infine portato alla condanna del giovane peruviano, ora 27enne, a risarcire i genitori della vittima con 10mila euro ciascuno e 50mila euro per la 12enne abusata, costituiti parti civili con l’avvocato Massimo Melillo, e a otto anni di reclusione. Dieci anni erano, invece, quelli richiesti dal pubblico ministero Davide Ercolani – che condusse anche le indagini sul 27enne – il quale nel corso dell’inchiesta aveva formulato per l’imputato anche le accuse di violenza sessuale, spaccio e intralcio alla giustizia. Accuse da cui però il collegio di Rimini, presieduto da Adriana Cosenza, ha assolto il 27enne, difeso dall’avvocato Enrico Graziosi.
È stato questo l’epilogo di un lungo procedimento nato appunto quando i genitori della ragazzina 12enne avevano scoperto la gravidanza, dopo la segnalazione giunta loro dagli stessi insegnanti della minorenne.
Uno choc per la famiglia che aveva subito chiesto conto su chi fosse il padre e che, di lì a poco, aveva poi portato all’individuazione del parente, cugino di secondo grado 23enne.
Secondo le iniziali accuse il giovane aveva cercato prima di abusare della cugina già anni prima, per poi avere con lei alcuni rapporti sessuali in concomitanza con la pandemia. In sede di processo, il 27enne ha però sempre rigettato le accuse di avere violentato la cuginetta, ma di aver avuto con lei rapporti consenzienti.
Al ragazzo, infatti, era contestata l’accusa di violenza sessuale aggravata anche per una seconda accusa di avances sessuali nei confronti di una seconda parente, anch’essa minorenne. Nel 2020 il peruviano era stato poi arrestato per le accuse mosse nei suoi confronti per trascorrere anche un breve periodo in custodia cautelare. Ora, per il 27enne è arrivata la condanna a otto anni per cui il suo avvocato, Enrico Graziosi, ha già annunciato battaglia in appello.