Rimini, sesso tra colleghi finisce in Rete

L’ex amante è stato condannato a due anni di carcere

Sesso fra colleghi in ufficio (foto repertorio)

Sesso fra colleghi in ufficio (foto repertorio)

Rimini, 12 maggio 2018 - Fa sesso con il collega d’ufficio e il video fa il giro del web e dei siti porno. Due anni, con il beneficio della pena sospesa, è la condanna inflitta ieri pomeriggio a un 50enne riminese che si è sempre dichiarato innocente.

La relazione tra i due risale al 2008, quando la donna è in crisi con il marito. Una storia che dura poco, i due si lasciano e tutto sembra finito lì. Nessuno è venuto a conoscenza di nulla, e loro continuano le loro vite e a lavorare insieme. La ‘bomba’ scoppia cinque anni dopo, perchè è nel 2013 che un amico della donna la chiama per avvertirla che in Rete c’è un filmato che la riguarda. Nella ripresa c’è una signora che fa sesso con un uomo, il quale sta registrando con il telefonino. Il volto di lui non si vede, ma sul fatto che la protagonista sia lei non ci sono dubbi. Il filmato, l’avverte, ha fatto il giro dell’etere ed è finito anche su diversi siti pornografici. Lei si sente crollare la terra sotto i piedi, è disperata e sa che prima o poi quelle immagini arriveranno anche a suo marito. Non resta che ‘giocare’ d’anticipo, confessa tutto e va a presentare una denuncia. A finire nei guai è l’ex amante, l’unico, dice, con cui ha avuto una relazione extraconiugale. Lei non ricorda nulla di quel filmato, ma non può essere stato che quell’uomo a farlo. Non ci sono alternative. Ma l’incubo in cui è caduta è terribile, al punto che è costretta a cambiare pettinatura per non farsi riconoscere e a mandare il figlio in un’altra scuola.

Le indagini vengono affidate alla Polizia postale, mentre il collega d’ufficio finisce sotto inchiesta. Questo, difeso dall’avvocato Filippo Airaudo, nega a oltranza: lui non è il protagonista di quelle immagini, e tantomeno ha spedito un filmato del genere che tra l’altro ritrae solo le parti intime dell’uomo. Gli investigatori tentano di risalire al computer che ha inviato quella porcheria, ma per quanto cerchino alla fine sono costretti ad arrendersi. A quel punto il pubblico ministero decide di chiedere il rinvio a giudizio per l’impiegato riminese, con l’accusa di diffamazione aggravata, violazione della privacy, interferenza illecita nella vita delle persone e pubblicazione di oscenità.

Ieri pomeriggio è arrivata la sentenza del giudice che ha condannato l’uomo a due anni di carcere, con il beneficio della pena sospesa. Nel frattempo la donna, che nel procedimento penale non si è costituita parte civile, ha intentato invece una causa nei confronti dell’ex amante, chiedendo 150mila euro di danni. Il marito invece l’ha perdonata.