Rimini, sesso sotto la doccia. Hotel nella bufera

Albergatore di Misano sotto accusa per slogan e immagine a luci rosse: "Era solo uno gioco, ho subito rimosso l’annuncio"

Il gestore dell’hotel Arno mostra la pubblicità sotto accusa

Il gestore dell’hotel Arno mostra la pubblicità sotto accusa

Rimini, 19 gennaio 2020 - A Misano devono averci preso gusto. Come se i cartelloni ammiccanti della macelleria di Davide Ugolini, che metteva a confronto due fondoschiena accompagnati dalla scritta "La carne non è tutta uguale", avessero aperto la strada. A poco più di una settimana dalla pubblicità del macellaio, accusata di sessismo e poi rimossa dallo stesso Ugolini, ecco che un hotel per famiglie di Misano fare promozione alle nuove docce installate nelle stanze con una campagna social che ha fatto subito storcere il naso.

L’immagine scelta per la pubblicità, non meno esplicita, mostra una coppia mentre fa sesso nella doccia. "Fattela comodamente" è lo slogan scelto dall’hotel Arno di Misano. I corpi sono in ombra, non si devono i volti, ma è evidente cosa stiano facendo. Ma è stato il doppio senso esplicito, usato per informare clienti vecchi e nuovi che "da quest’anno abbiamo le docce matrimoniali nelle camere", a turbare gli animi. La pubblicità è stata lanciata giovedì mattina ed è durata appena 48 ore sui social. Il tempo di finire sott’attacco e di ricevere le prime recensioni negative, e il titolare Andres Gozzi, 35 anni (gestore dell’Arno e di altri tre alberghi a Misano) ha deciso di fare un passo indietro.

Qualcuno già chiede di non fare più vacanza nel suo albergo. Se l’aspettava Gozzi? "Diciamo che lo sospettavo. Infatti, appena arrivate le prime recensioni negative dell’albergo, abbiamo rimosso quella pubblicità".

Più che rimossa, è stata modificata: l’immagine è rimasta la stessa, ma ora anziché 'Fattela comodamente' lo slogan è diventato 'Fatela comodamente'... "Ma con quella ‘t’ in meno cambia tutto. A consigliarci di modificarla in questo modo è stata una delle tante persone che ci hanno scritto perché indignate dalla pubblicità. Ma la nostra era una provocazione, un gioco nulla di più".

Una campagna solo sui social, o avevate già preparato cartelloni e affissioni? "No, niente cartelloni in giro per strada. E viste le reazioni, è andata bene così. Sulla Rete siamo riusciti a contenere i danni".

Ammetterà che per un hotel come vostro, che lavora con le famiglie, non è sembrata una trovata molto azzeccata... "Proprio perché lavoriamo con le famiglie, abbiamo deciso di lanciare questa singolare campagna per parlare delle nuove docce matrimoniali. L’abbiamo rivista quando abbiamo capito che non ne valeva più la pena".

Hanno bollato la pubblicità come squallida, sessista, scadente. Ce n’era davvero bisogno? "Ripeto, era soltanto una provocazione. Mi scuso con chi si è sentito offeso. Non volevamo urtare la sensibilità di nessuno. E chi ci conosce, sa bene chi siamo e come lavoriamo".