MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Sette professori vincono la battaglia ll tribunale: "Troppi anni da precari". Saranno risarciti con 220mila euro

Accolti i ricorsi di alcuni insegnanti di religione del Riminese: il ministero condannato a pagare i danni

L’avvocato Veronica Pepoli

L’avvocato Veronica Pepoli

Una vita da precari in cattedra. Anni e anni di lavoro con contratti a tempo e supplenze, mentre l’assunzione per loro restava un miraggio. Per questo 7 insegnanti di religione del Riminese hanno fatto causa al ministero dell’istruzione e del merito e alle scuole dove hanno lavorato, per ottenere giustizia. E il tribunale di Rimini ha accolto i ricorsi, condannando a pagare loro un risarcimento. Le sentenze sono state depositate ieri dal giudice del lavoro Lucio Ardigò. Sette sentenze – praticamente in fotocopia – per i docenti, tutti assistiti dall’avvocato Veronica Pepoli. Il giudice ha riconosciuto i danni patiti dagli insegnanti per la mancata assunzione, stabilendo un cospicuo risarcimento e condannando il ministero (e le amministrazioni scolastiche) anche al pagamento le spese processuali.

I 7 docenti nel frattempo hanno partecipato al ‘concorsone’ organizzato dal ministero l’anno scorso per gli insegnanti di religione cattolica, il primo dopo oltre 20 anni: sperano finalmente di essere assunti. Intanto per loro giustizia è fatta per i tanti, troppi anni di precariato a scuola. Tra i 7 professori che hanno fatto ricorso, c’è chi tra loro ha alle spalle una gavetta di 15 anni o anche più, tra supplenze e contratti annuali. Tutti hanno lavorato abbondantemente più di 36 mesi, termine oltre il quale sarebbe dovuta scattare per loro l’assunzione. Queste sentenze arrivano dopo quella vinta a gennaio da Manuel Mussoni, altro docente di religione rimasto precario per 11 anni (e dal 2023 dirigente alle scuole delle Maestre Pie). Mussoni aveva fatto ricorso per lo stesso motivo e il giudice Ardigò l’ha accolto, condannando il ministero a risarcirlo per 26mila euro (più il pagamento delle spese giudiziarie). "Mi auguro che questa sentenza possa fare da apripista per altri docenti nelle mie stesse condizioni", aveva auspicato Mussoni, anche lui assistito dall’avvocato Pepoli. Così è stato. Il tribunale ha riconosciuto le ragioni dei 7 insegnanti. Ognuno di loro "ha subito l’illegittima precarizzazione del suo rapporto di impiego", scrive il giudice Ardigò nelle sentenze, e per questo "ha diritto a ottenere il conseguente risarcimento del danno conseguente all’abuso nell’utilizzo di una successione dei contratti" senza arrivare alla stabilizzazione. Un risarcimento quantificato in base agli anni di lavoro di ciascun docente.

C’è chi ha ottenuto un risarcimento pari a 12 mensilità di stipendio, chi 14 o 15, chi addirittura 20. "Complessivamente – fa il punto l’avvocato Pepoli – il risarcimento che andrà corrisposto ai 7 insegnanti è superiore a 220mila euro, pari a 104 mensilità, più le spese processuali da rimborsare a ciascuno di loro (altri 2.309 euro a testa)". Una vittoria importante per i professori che hanno fatto ricorso, che dà speranza agli altri docenti nella loro stessa situazione.