Sexgate a San Marino, il governo: "È una ferita"

Reggente accusato di molestie sessuali, il governo: "Accertamenti a fine mandato"

Giacomo Simoncini, il Capitano Reggente finito nella bufera

Giacomo Simoncini, il Capitano Reggente finito nella bufera

San Marino, 23 marzo 2022 - "Siamo vicini a tutte le donne vittime di molestie. Si tratta di violenze che il nostro Paese condanna fortemente e per cui si sta impegnando dal punto legislativo". Lo dice Elena Tonnini, il segretario di Stato agli Interni di San Marino, il giorno dopo lo scandalo che ha travolto il Capitano Reggente, Giacomo Simoncini, accusato di molestie sessuali da una dipendente di Palazzo Pubblico. E, magari, senza dimenticare nemmeno quanto successo pochi giorni prima, quando a finire nella bufera era stato il segretario politico di Libera, Matteo Ciacci, protagonista di una violenta lite con la fidanzata fuori da un locale.

"Quella che siamo a commentare oggi – dice Tonnini sulle accuse al capo di Stato – è una ferita per le istituzioni certamente. Perché si tratta di una ferita ogni volta che vengono colpite. Ma la differenza la fa come ci si prende cura di quella ferita, come saremo in grado di affrontare come Paese questo colpo, se saremo capaci di non essere omertosi e allo stesso tempo di trattare queste tematiche con riguardo verso tutte le persone coinvolte". Il Segretario Tonnini ricorda "come i Capitani Reggenti non siano perseguibili sotto qualsiasi forma e per qualsiasi titolo durante il periodo di durata del loro mandato – dice – Questo non significa che i capi di Stato non siano perseguibili in assoluto e nemmeno che occorre mettere in sordina ogni eventuale verità, ma che ogni elemento avrebbe dovuto essere necessariamente trattato alla fine del loro mandato, quindi successivamente al primo aprile, quando cioè coloro che hanno ricoperto la carica di capo di Stato sono nelle condizioni di rispondere dei loro comportamenti in base agli articoli previsti dal nostro ordinamento".

"Il Congresso di Stato condanna e ha sempre condannato ogni forma di molestia e abuso – dice il segretario di Stato alla Giustizia, Massimo Andrea Ugolini – non solo a parole, ma anche con i numerosi provvedimenti presi. Ribadiamo dunque, ancora una volta, la volontà di prendere le distanze da questo tipo di condotte. Non possiamo però fare a meno di sottolineare la grande preoccupazione per la situazione di difficoltà in cui si trova ora l’istituzione della Reggenza, un’istituzione che è normata da una legge costituzionale che prevede, tra le altre cose, che per sei mesi i Capitani Reggenti non possano essere perseguibili ma che, alla fine del mandato, debbano rispondere di ciò che hanno fatto durante il semestre. Oggi la Reggenza non può corrispondere alcun contradditorio e quindi il rischio a cui si espone la nostra più importante istituzione e con essa l’intero Paese è molto alto".