Furti Rimini, sexy barista arrestata. Svuotava residence e case

In manette l’ex ombrellina Diana Monno e il fidanzato: bottino da 120mila euro

Diana Monno, ex ombrellina

Diana Monno, ex ombrellina

Rimini, 7 giugno 2019 - Stavolta è lei che ha sbandato ed è finita fuori strada, quella della legalità. Per Diana Monno (foto), 36 anni, pugliese da tempo residente a Riccione, un passato da ombrellina del MotoGp a Misano ma soprattutto sexy barista in un locale all’uscita del casello dell’A14, balzata anche gli onori della cronaca per lo stuolo di clienti ‘sedotti’ dalle sue curve, si sono aperte le porte del carcere di Forlì. Insieme a lei è finito dietro le sbarre anche il fidanzato, Pietro Lafabiana, ex gestore del locale Bobo a Misano. I ‘Bonnie e Clyde’ si sarebbero specializzati in furti in residence, ma anche ricettazione ed estorsione. Un ‘lavoro’ alternativo che, stando alle prime informazioni trapelate dai carabinieri di Riccione che conducono le indagini, avrebbe fruttato 120mila euro. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dal gip Benedetta Vitolo su richiesta del sostituto procuratore, Davide Ercolani, che coordina l’inchiesta. Ai domiciliari anche il fratello di lui, mentre ha l’obbligo di firma per ricettazione di un orologio Rolex, un 53enne di Fano.

Le indagini erano partite un anno fa dopo un incendio che si era verificato all’ex Bobo e i carabinieri erano arrivati sulle tracce della coppia pugliese (difesa dagli avvocati Luca Greco e Stefano Caroli e Giuliano Renzi), ma nessuna responsabilità era emersa a carico dell’ex gestore e della sua compagna che da tempo vivevano in un residence di Riccione. Seppur estranei all’incendio, erano però emersi, durante le intercettazioni, altri elementi a loro carico: si erano specializzati in furti seriali.

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I due, impossessandosi delle chiavi delle stanze, avrebbero fatto razzia di effetti personali degli ospiti. Prima avevano fatto base in un residence nella zona Abissinia e lì, dopo aver sottratto le chiavi alle donne delle pulizie, avrebbero arraffato borse di Vuitton, occhiali Bulgari, computer Mac, e soldi in contanti, migliaia e migliaia di euro che gli ignari occupanti del residence avevano lasciato in camera. Ma non contenti di quella refurtiva in due occasioni avevano anche portato via le chiavi di due auto, Mercedes e Audi, che avevano facilmente rubato, cercando di comprare, in un secondo tempo, auto simili per cambiare le targhe e poter circolare con bolidi di fatto puliti. E lo stesso modus operandi è stato messo a segno anche in un altro residence, sempre in zona Abissinia: anche qui, dopo aver duplicato le chiavi del personale delle pulizie, ‘ripulivano’ le stanze occupate dagli sfortunati clienti. E spesso prendevano di mira anche appartamenti nelle vicinanze.

In totale hanno accumulato merce per 50mila euro. I Bonnie e Clyde sono riusciti persino a derubare delle chiavi di casa una turista svizzera in vacanza in Riviera e andare nella sua abitazione, a Lugano, a ripulirle l’appartamento con un danno da 70mila euro. Tra gli episodi contestati ai due fidanzati anche l’estorsione ai danni di una dipendente del bar gestito dalla donna: l’avrebbero accusata di un furto, avvenuto di notte nel bar della Monno. In realtà era stato il fratello del suo fidanzato, di comune accordo con i due, a metterlo a segno. Per un mese avrebbero costretto la dipendente a lavorare senza essere pagata per restituire il danno subito ai suoi datori di lavoro e quando aveva ottenuto di nuovo il suo stipendio, le erano piombati in casa i ladri. Ieri mattina i due sono comparsi davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Lafabiana, difeso dall’avvocato Greco, si è addossato la colpa di alcuni furti nei residence scagionando la compagna. Diana Monno si è avvalsa della facoltà di non rispondere.