ALDO DI TOMMASO
Cronaca

Sfottò sessisti all’arbitra: “Vai a casa a cucinare”. Multa (lieve) alla società

Partita di seconda categoria a Cattolica, proprio il giorno dopo la festa della donna. Elisa, 49 anni, già altre volte oggetto di insulti. La vicesindaca: “Fermiamo questa deriva”

Elisa Donelli, 49 anni, fa spesso i conti col sessismo dei tifosi

Elisa Donelli, 49 anni, fa spesso i conti col sessismo dei tifosi

Rimini, 14 marzo 2025 – Essere donna, a volte, significa dover dimostrare di valere il doppio per ottenere la metà del rispetto. Significa essere messe costantemente in discussione, dover fronteggiare improperi, discriminazioni e pregiudizi solo perché si osa occupare uno spazio considerato maschile. E il mondo dello sport non fa eccezione. Domenica scorsa, allo stadio Calbi di Cattolica, l’arbitra Elisa Donelli, 49 anni, è stata vittima dell’ennesima raffica di insulti sessisti durante la partita di Seconda Categoria tra Superga 63 Dilettantistic e Real Montefeltro. Era il 9 marzo, il giorno dopo la festa della donna. Dai tifosi, tra cui alcuni tesserati della squadra di casa, sono piovuti insulti e frasi come: “Vai a casa a far da mangiare, cosa fai qui?”. Una scena che riporta alla mente episodi simili, accaduti in passato a Donelli e a tante altre donne nel mondo dello sport.

Il giudice sportivo Maria Luisa Trippitelli ha inflitto una multa di 250 euro alla società Superga 63 Dilettantistic, una punizione che, sebbene doverosa, appare quasi simbolica di fronte alla gravità del problema. Già nel maggio 2024, Donelli era stata oggetto di insulti sessisti in un’altra partita di Seconda Categoria tra la Polisportiva Fontanelle di Riccione e l’Asd Latino di Rimini. In quell’occasione, il giudice sportivo fu più severo: 500 euro di multa, due giocatori squalificati e tre partite a porte chiuse per la squadra responsabile. Eppure, sembra che la lezione non venga mai imparata.

Pochi giorni fa, in una partita di pallacanestro giovanile nel Trevigiano, un’arbitra di soli 18 anni è finita nel mirino di una madre, in disaccordo con alcune decisioni arbitrali sfavorevoli alla squadra del figlio. La donna le ha urlato dagli spalti che avrebbe dovuto “dedicarsi alla prostituzione invece che all’arbitraggio”.

La vicesindaca di Rimini, Chiara Bellini, ha commentato duramente l’accaduto: “Purtroppo, siamo ancora pervasi da una cultura fortemente machista, maschilista, insulti omofobi e razziali. Mi sembra sempre più urgente affermare una cultura paritaria inclusiva che si opponga a questa deriva”.