Si gioca l’azienda e va in bancarotta

Rinviata a giudizio una 60enne riminese, ex commerciante nel settore dell’abbigliamento

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Bancarotta fraudolenta. Questa l’accusa che ha preso forma nei confronti di una 60enne riminese, ex commerciante nel settore dell’abbigliamento. La signora è stata rinviata a giudizio davanti ai giudici del Collegio di Rimini e ora dovrà affrontare il processo. Rischia una condanna da tre ai dieci anni. Nel mirino della Guardia di Finanza sono finiti dei prelievi, per un totale di 14mila euro, che agli occhi degli inquirenti potrebbero apparire come un tentativo di "occultare o distrarre" somme di denaro, benché la 60enne sostenga di aver usato quei soldi per le spese di famiglia. "Nell’agosto del 2020 – spiega l’avvocato Ghiselli - era stato dichiarato il fallimento del negozio su istanza di un fornitore a cui non era stata saldato il pagamento della merce; fallimento che verrà chiuso per mancanza di attivo patrimoniale. Ciò che colpisce è l’iscrizione nel registro degli indagati per un reato come la bancarotta fraudolenta. La signora inizia a far mente locale circa eventuali situazioni che possano aver determinato un’accusa così pesante e ricorda di aver eseguito prelevamenti dal bancomat della Giochi del Titano di San Marino negli anni 2018-2019 per complessivi 14mila euro".

"La 60enne – continua l’avvocato – ha riferito al curatore del fallimento di aver ritirato quelle somme di tanto in tanto per soddisfare le esigenze famigliari". Sono proprio quei prelievi – e il luogo in cui sono avvenuti, ovvero il casinò sammarinese – ad aver attirato l’attenzione degli inquirenti.

"La signora si recava li di tanto in tanto in compagnia delle amiche per trascorrere qualche serata. Non avrebbe pensato di certo che quei prelevamenti avrebbero contribuito a costargli dopo il fallimento della propria attività una contestazione di tal sorta, considerato che le sue passività erano si rilevanti, ma di fallimenti, purtroppo, se ne contano soprattutto negli ultimi tempi tanti".

La donna sostiene di aver agitato in totale buona fede e senza alcuna intenzione di occultare o distrarre il patrimonio aziendale e di essere pronta a comparire davanti ai giudici di Rimini per chiarire la sua posizione, ritenendo che il fallimento della società sarebbe sopraggiunto comunque, indipendentemente dai prelievi, a causa della crisi economica e delle chiusure legate alla pandemia.

l.m.