Si sveglia dopo 23 giorni di coma, Icaro: “Così sono rinato a 17 anni”

Rimini, ha rischiato di morire per colpa di una caduta. Con coraggio e determinazione è riuscito a riprendere in mano le redini del suo destino

Icaro Astolfi è entrato in coma a 17 anni

Icaro Astolfi è entrato in coma a 17 anni

Rimini, 4 maggio 2023 – I medici lo davano per morto: era caduto e aveva battuto violentemente la testa. Per più di tre settimane quel che restava del suo corpo si era immobilizzato nel coma profondo. Poi si è risvegliato e lentamente, un millimetro di coscienza alla volta, ha riconquistato il filo della vita.

Risvegliarsi dal coma dopo 23 giorni giocando con una castagna. La rinascita di Icaro, giovane riminese, avviene però gradualmente, partendo dalle funzioni vitali. Prima respirare, poi deglutire, fino a muovere i primi passi e lavarsi i denti. Resiliente, così si pone Icaro recuperando 17 anni di vita durante un processo durato sei mesi ma tutto sommato "veloce" rispetto a quello che si prospettano i medici. Ci riesce soltanto con la sua "volontà".

Dopo il coma "non si ritorna ciò che si era se non lo si vuole davvero, non tutti quelli che erano nel mio reparto ce l’hanno fatta come me che adesso ho una vita normale e godo di tutte le mie facoltà". L’incidente risale alla fine dell’estate scorsa. Icaro è ancora un 17enne. Un party, una brutta caduta all’alba, il sangue sulla testa, il corpo riverso in una stanza. Smette di respirare, la madre lo rianima. L’elicottero, poi il Bufalini di Cesena dove gli viene diagnosticato un ematoma del cervelletto. Il coma farmacologico per sei giorni, perché lasciarlo sveglio equivale ad ucciderlo. Poi il coma lungo. Per più di tre settimane compie il suo viaggio in bilico fra la vita e la morte.

Ma le grandi ali di Icaro non si bruciano, per una volta il mito classico è sbagliato. Ad autunno apre gli occhi e vince sbaragliando tutte le prognosi dei medici che lo danno perso. Il coma lo azzera, non ricorda quasi nulla dell’estate passata con gli amici. Dopo il risveglio i rantoli, urla strazianti che secondo il parere dei medici sono positivi. È il segno che Icaro può tornare in sé. Forse il bosco salva Icaro. La stessa natura del Montefeltro, dove tutt’ora si reca in cerca di introspezione per meditare, gli offre infatti una castagna per mano materna.

"Con quella castagna – spiega la madre – quel giorno ci gioca per ore tirandola all’infermiera". Ma Icaro non sa chi è e non ha nemmeno la consapevolezza di chi era. È come un bambino di due anni. "C’era un Icaro e c’è un Icaro" dice la madre lasciando intendere come sia stata madre due volte dello stesso figlio: "qualcosa di lui non esiste più e qualcosa è totalmente nuovo". Il percorso è tutto in salita. Nel centro riabilitativo di Cesenatico comincia una lotta per camminare, riacquisendo al contempo le capacità cognitive che erano svanite, tornando come in un neonato. Da lì Icaro brucia le tappe del protocollo medico, fino a "ballare la techno". Sbalordisce i dottori.

"La fisioterapista mi redarguiva dicendomi: "‘provaci a staccarti da terra’, io l’avevo già fatto". Icaro per la guarigione ringrazia "se stesso". Ma ammette che durante lo stato vegetativo l’aiuto dei dottori è stato "importantissimo".

Il coma però blocca in lui un delicato "processo di avanzamento spirituale". Si dispiace Icaro, ma grazie alla meditazione e all’ascolto di "frequenze particolari" vuole recuperare la "coscienza di un tempo". Stupisce poi tutti e lo ripete: "sono grato di quello che mi è successo, perché sono rinato e adesso apprezzo di nuovo il mondo, sto meglio di prima". E ha un sogno – dice – "voglio viaggiare".