"Si torna a ballare, ma non sarà come prima"

Parla il dj Ricky Montanari: "La pandemia ha cambiato i rapporti tra le persone. Ci vorrà del tempo prima di riprendere la normalità"

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"Finalmente si riparte, ma tanti se ne sono già andati all’estero". La pista si riaccende, ma non sarà come prima dice Ricky Montanari, dj di lungo corso che il mondo della notte lo conosce bene. "Negli ultimi due anni si è lavorato poco. I professionisti del settore guadagnano se lavorano. Ma se è tutto chiuso non si ha nulla. C’è chi è riuscito ad attendere, ma gli altri hanno dovuto cercare altro. Ne conosco diversi che hanno preso la via del sud America: Brasile, Messico, dove non c’erano queste restrizioni". Da oggi le discoteche potranno riaprire anche in Italia. Diverse in riviera si sono già attrezzate per riaccendere le luci al primo giro di lancette. Altre si stanno preparando, come il Cocoricò e l’Altromondo che comunicheranno a breve le date di apertura.

Montanari, si riparte, ma con le vecchie regole…

"Appunto, non è da tutti riuscire a partire in queste condizioni. Quando c’era la possibilità, diversi hanno cercato comunque di tenere aperto con il limite del 50% della capienza, ma non è per tutti. I locali, soprattutto quelli più piccoli, potevano riuscirci, ma le grandi strutture non avevano i margini. Oggi la situazione epidemiologica è migliorata, ma per noi i limiti sono rimasti".

Il mondo della notte continua a essere visto in modo negativo?

"Oggi si può andare ovunque, a teatro ad esempio non ci sono limiti. Persino per gli stadi si parla di un ritorno al 100% della capienza. Perché le discoteche devono avere il 50%? Non si capisce il perché di questa differenza di trattamento. Peraltro oggi ci sono tanti ristoranti, dove limiti non ce ne sono, che si sono messi a fare musica".

Che ripartenza sarà?

"Non si può pensare di riprendere come se la pandemia non ci sia stata. Non è automatico. Non si torna in pista come se nulla fosse. Purtroppo in questi due anni tante cose sono cambiate. I rapporti umani ad esempio. Se una persona ti si avvicina il nostro comportamento non è più il medesimo. Per tornare a vivere in modo spensierato i rapporti con gli altri servirà del tempo. Quanto abbiamo vissuto è tanto radicato in noi che mi sono ritrovato a vedere un film dove nessuno aveva la mascherina e mi ha fatto uno strano effetto".

Ma la voglia di tornare a divertirsi pare esserci.

"Certo. Dobbiamo ripartire. Ci vorrà un po’ di tempo per riabituarci, ma dobbiamo ritornare alla normalità".

Ha già serate in programma?

"Sì, riparto subito con tre serate. Devo anche dire che riprendere così di colpo dopo due mesi di stop totale è un po’ spiazzante".

Qualcuno ha preferito non attendere andando all’estero?

"Sì. Non è pensabile stare a casa guadagnando zero mentre tutto costa sempre più".

Ritorneranno?

"Difficile. Alcune persone che conosco tornano, ma per salutare i famigliari, poi ripartono. Chi è andato in Centro o Sud America pare trovarsi bene".

Cosa rimane della riviera del divertimento dopo la pandemia?

"Non siamo più quelli di un tempo. Eravamo la Mecca del divertimento, la Cinecittà dell’intrattenimento. Quel mondo è scomparso prima della pandemia. Oggi sono rimasti pochi locali. Si sono moltiplicati i chiringuito sulla spiaggia, ma questa è un’altra cosa".

Andrea Oliva