Siccità a Rimini: cave e dissalatori per recuperare l’acqua

I progetti di Romagna Acque per contrastare non tanto l’attuale crisi idrica, quanto i problemi che possono emergere in futuro

La cava del Lago Azzurro a Santarcangelo potrebbe essere usata come bacino di stoccaggio

La cava del Lago Azzurro a Santarcangelo potrebbe essere usata come bacino di stoccaggio

Rimini, 22 luglio 2022 - Sei cave da riempire di acqua a fianco del Marecchia a cui aggiungere il riutilizzo delle acque fuoriuscite dal depuratore e l’ipotesi dei dissalatori per sfruttare acqua marina opportunamente trattata. Sono alcuni dei progetti e delle proposte a cui sta lavorando Romagna Acque per fare fronte non tanto all’attuale crisi idrica, quanto alle previsioni che si possono fare per il futuro visto il susseguirsi ravvicinato di annate siccitose, in numero maggiore rispetto ad alcuni decenni fa.

Se da una parte Romagna Acque precisa che l’acqua c’è grazie all’invaso di Ridracoli, sarebbe poco sensato fermarsi a questo. Al 21 luglio la diga di Ridracoli aveva 23,2 milioni di metri cubi di acqua su un massimo di 33. Un anno fa nel medesimo periodo c’erano 25,8 milioni di metri cubi. Nel 2017 andò peggio. Il quantitativo attuale presente nell’invaso "lascia abbastanza tranquilli anche rispetto alle pretese idropotabili della riviera durante l’estate" quando la quantità di residenti sommata ai turisti consuma tra i 15 e i 18 milioni di metri cubi tra giugno e settembre.

La stagione passerà con i rubinetti pieni, ma per il futuro serve altro. Romagna Acque sta lavorando da tempo alla possibilità di realizzare un nuovo invaso in Appennino vicino a Ridracoli con una capacità di 15-20 milioni di metri cubi di acqua. Un progetto a lungo termine, mentre potrebbe essere più vicina la realizzazione di sei bacini o laghetti lungo il Marecchia sfruttando le cave dismesse. Sarebbe acqua per l’agricoltura, così da utilizzare quella potabile per altri usi, e al medesimo tempo rigenerare le falde. Resta viva l’idea di riutilizzare l’acqua in uscita dal depuratore che può essere fatta risalire fino alla briglia di Ponte Verucchio, favorendo la ricarica della falda. Questi sarebbero i macro progetti, ma la società intende dare indicazioni anche alle amministrazioni comunali. l’obiettivo è semplice: l’acqua non si spreca. Per questo le iniziative e le opere realizzate nei comuni devono tenere in considerazione questo aspetto. Come? Ad esempio avviando sistemi di drenaggio nelle aree urbane. Ma c’è anche la necessità di recuperare e accumulare le acque meteoriche, cosa che non deve riguardare semplicemente la rete pubblica, ma anche i singoli cittadini o attività. Romagna Acque pensa al coinvolgimento degli operatori privati "in primis gli albergatori". E poi c’è il mare: "Il dibattito sui dissalatori è in pieno svolgimento. Secondo la società può essere una misura interessante" se i costi saranno sostenibili.