
Sadegholvaad dopo i disordini a Riccione: "Sostenni anche la Tosi. Finiamola con il buttarla in politica"
Allarme ordine pubblico, "basta con le strumentalizzazioni e lo scaricabarile". Il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad va in soccorso della collega Daniela Angelini, mentre a Riccione le temperature dello scontro politico si alzano di pari passo con l’aumento di risse, rapine e atti vandalici iniziati il sabato della Notte rosa e proseguiti tra viale Ceccarini e la zona mare. Sdegholvaad mette in tavola la stessa ricetta di quattro anni fa, quando era assessore dell’allora giunta Gnassi: l’aumento del presidio e più forze dell’ordine in pianta stabile per un territorio che in estate diventa una grande metropoli balneare del divertimento.
"Vorrei tornare per un attimo all’agosto del 2021: Riccione al centro di una bufera politica perché messa in scacco ad ogni fine settimane da raid di baby gang, rapine e microcriminalità. In quel momento ero assessore ma decisi di intervenire pubblicamente a difesa dell’allora sindaco di centrodestra Renata Tosi. Sottolineai come fosse del tutto inutile e incoerente fare di Renata Tosi un capro espiatorio perché ‘sulla sicurezza i sindaci hanno armi poco più che spuntate. E questo vale per tutti i Comuni, a prescindere dal colore politico. Dico a Renata Tosi, e agli altri Sindaci, che dobbiamo lasciare da parte la politica peggiore, fatta di strumentalizzazioni e di atteggiamenti scaricabarile, ritrovando semmai nell’unità e nella coesione istituzionale il percorso operativo che può dare risposta a fatti e comportamenti dalle modalità inedite’". Quanti passi in avanti sono stati fatti da allora? Per il primo cittadino di Rimini i passi si contano all’indietro. E sono i numeri a certificare la difficoltà nell’approccio a un territorio che continua a presentare i medesimi sintomi: "Estate 2025, a Rimini, dall’1 luglio a fine agosto, giungono 213 agenti a supporto delle forze dell’ordine stanziali. Erano 286 nel 2024 e 330 nel 2023. A me non interessano le polemiche ma i numeri parlano da soli. Si tratta di un sostanziale declassamento per i 27 Comuni della provincia di Rimini sul fronte dell’ordine pubblico e della sicurezza, a fronte di presenze turistiche che fanno di Rimini e del suo territorio la prima destinazione balneare del Paese". E la politica cosa fa? "Il gioco del ping pong" tra attacchi e contrattacchi.
Un dejà vu che si ripropone in questi giorni. "Adesso è il centrodestra all’opposizione a sparare contro la sindaca di Riccione Daniela Angelini per analoghi problemi, minacciando fuoco, fiamme e mobilitazioni di massa – ribatte Sadegholvaad -. Lo stesso periodicamente accade a Rimini, Bellaria, Bologna, Milano, Torino, Roma, in tutta Italia. Tutte le volte che si tenta di riportare questa tematica in un alveo di razionalità e di interesse comune, un secondo dopo tutto va a farsi friggere. Troppa ghiotta la tentazione di tirare la giacchetta a parti invertite al sindaco di turno, pensando e sperando di cavalcare una polemica ‘per qualche voto in più’. Ed è su questa immaturità e superficialità che cavalca indisturbato chi avrebbe nei compiti e nelle deleghe la specifica responsabilità di pensare a rafforzare gli organici e invece non lo fa". E alla fine "si scaricano su comuni, sindaci e polizie municipali e responsabilità che costituzionalmente appartengono allo Stato. Articolo 117 Costituzione Italiana: La sicurezza è una materia di competenza esclusiva dello Stato, rientrando tra le funzioni fondamentali di sovranità".
Andrea Oliva