Profughi Ucraina, una nonna da Rimini: "Vogliono portare via i miei nipotini"

Le lacrime di Alina, badante da vent’anni: "Volevano trasferire mia figlia e i nipoti. Sono fuggiti dalla guerra, adesso non portatemeli via"

La nonna con i nipoti

La nonna con i nipoti.

"Non portatemi via mia figlia e i miei due nipotini. Qui in Italia hanno soltanto me, lavoro come badante da 20 anni per aiutarli ad andare avanti. Sono già dovuti scappare dalla guerra, i bambini sono ancora terrorizzati. Non vogliono essere sfollati un’altra volta". "E’ un appello dignitoso ma accorato, quello di Alina Kulyna, una giovane nonna 58enne che vive e lavora a Rimini. Ex maestra di scuola elementare, è originaria di una cittadina vicina a Leopoli. Il suo, ci tiene a sottolineare, è un appello che vuole condividere "con centinaia di miei connazionali che sono stati accolti in queste settimane con grande generosità a Rimini".

Sua figlia Olesia e i nipoti Anton, 12 anni, e Solomia, 4, l’hanno raggiunta qui l’8 marzo, dopo una fuga rocambolesca dall’Ucraina. "Da allora sono ospitati presso l’hotel Luna Rossa, a Miramare – continua Alina – Tantissime persone ci sono state vicine e le vogliamo ringraziare tutte, a partire dall’associazione guidata da Bertino Astolfi, che organizza corsi e attività di gioco al parco Pertini".

Tutto bene - si fa per dire - fino allo scorso venerdì sera, quando "mi ha chiamato mia figlia, disperata, dicendo che le avevano comunicato che lei e i bambini sarebbero stati trasferiti in Basilicata o in Sicilia. Non è possibile un’altra separazione, i bimbi non capirebbero. Alla piccola abbiamo raccontato che sono qui in vacanza. Ma di notte ha gli incubi, per le sirene che ha sentito in Ucraina. Il bambino sta meglio. Mi chiede sempre: nonna, perché prima i polacchi e ora gli italiani ci aiutano se non ci conoscono neanche? Qui possono contare su di me. E sui riminesi. La scelta è stata di restare, ma non sappiamo fino a quando. Per ora l’albergo continua a ospitarli. Io vivo con l’anziana di cui mi occupo, non ho una mia casa dove accoglierli".