Sotto l’albero il contratto collettivo

E’ una firma storica per il settore industria quella messa dall’Anis e dalle tre sigle sindacali

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Un contratto collettivo atteso e inseguito per un decennio. Oggi prende forma, dopo anni di trattative, il Testo unico del settore industria. Dei giorni scorsi le firme di tutte le parti in gioco. Dall’Anis ai sindati, e ora l’ultima parola spetterà ai lavoratori che saranno presto chiamati a esprimersi con un referendum. "È stato firmato – riferiscono in coro INdustriali, Csdl, Cdls e Usl – il Testo unico del contratto collettivo unico generale di lavoro del settore industria. La stesura del contratto ha richiesto diversi mesi di lavoro, dovendo raccordare i molteplici verbali di accordo che dal 2002 si sono susseguiti partendo dal testo iniziale del 1998". Un percorso di stesura "reso impegnativo – entrano nelle pieghe del contratto – anche dalle sovrapposizioni che nel tempo si sono verificate, come ad esempio l’intervento della legge che ha recepito gran parte delle intese raggiunte con l’accordo contrattuale. Questa stratificazione ha comportato una serie di complessità, evidenziando di conseguenza la necessità di rendere più leggibile e chiaro il contratto stesso". E il Testo unico va proprio in quella direzione "ed è quindi un risultato importante per i lavoratori come per i datori di lavoro".

Oltre a questo, per legge, in base alla rappresentatività, è previsto che "possa esistere solamente un unico contratto con validità erga omnes per ogni settore: anche questo è un obiettivo di fondamentale chiarezza per tutto il sistema". Chiarezza apprezzata dall’associazione sammarinese industriali, ma anche dai sindacati.

"E’ un altra tappa, che si sussegue al rinnovo contrattuale del 21 aprile. E’ un passaggio importante – commenta il segretario federazione Industria dell’Unione sammarinese lavoratori Enrico Biordi – perché porteremo questo testo al vaglio dei lavoratori, per garantire una copertura erga omnes a tutti i lavoratori del settore". "C’è stato un lavoro di collaborazione – sottolinea il presidente dell’Anis, Neni Rossini – sinergico. Con l’appoggio di tutti, abbiamo dato risposte concrete al mondo del lavoro, recependo la decisione sugli aumenti retributivi". Ora, come detto, la palla passa ai lavoratori. "Il successivo e definitivo passaggio – spiegano Anis e sindacati – sarà quello di sottoporre il Testo unico a referendum tra i lavoratori. Le organizzazioni sindacali formalizzeranno quindi il protocollo per il suo svolgimento e, dopo l’autorizzazione del Comitato Garante, si potranno svolgere le votazioni". Utile ricordare che il nuovo contratto comprende anche l’ultimo accordo di rinnovo siglato quest’anno con validità 2022-2023, quindi gli aumenti previsti per il biennio, rispettivamente del 3% per il 2022 e del 2,4% per il 2023.