Spaccio droga Rimini, chi è il barbiere di Novafeltria arrestato. Aveva Porsche e cavalli

Giorgio Angeli dichiarava un reddito sotto la soglia di povertà

Il negozio di Giorgio Angeli in via XXIV Maggio a Novafeltria (Foto Migliorini)

Il negozio di Giorgio Angeli in via XXIV Maggio a Novafeltria (Foto Migliorini)

Novafeltria (Rimini), 18 gennaio 2019 - Di lui raccontano che si comportava come un signorotto di campagna. O almeno è quella la vita che faceva Giorgio Angeli, nativo di Maiolo, residente a Rimini, ma di fatto domiciliato a Novafeltria. Faceva una vita comoda, raccontano, quasi di lusso, tra Porsche, cavalli di razza e terreni che ieri mattina gli hanno sequestrato, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, Benedetta Vitolo.

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Un vero e proprio personaggio, Angeli, da tempo molto chicchierato dalla gente del paese che sospettava che dietro quel negozio di barberia (video), ci fosse ben altro. Quando i carabinieri hanno scoperto la sua vera attività, sono andati a spulciare anche la sua posizione finanziaria, mettendo in moto la guardia di finanza che ha passato al pettine fitto tutto quello che lo riguardava. La sua dichiarazione dei redditi hanno accertato, arrivava a malapena a 6mila euro, sotto la soglia di povertà. Peccato che il suo tenore di vita invece fosse di ben altra statura. Quando ieri mattina i militari sono andati a bussare alla sua porta e hanno cominciato la perquisizione, hanno scovato quasi 10mila euro in contanti, insieme a un mucchio di assegni e cambiali per circa 40mila euro.

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Erano tutti pagamenti dei suoi clienti più ‘affezionati’ che mettevano la firma e lasciavano l’assegno in bianco. Un bel po’ di soldi, ma del resto la cocaina che vendeva, assicurano, era di primissima qualità. Era talmente attento agli acquisti, da rimandare indietro una sostanziosa partita perchè giudicava la droga non all’altezza della sua clientela. Amici e conoscenti che trattava con tutto il rispetto dovuto a chi ti sta facendo diventare ricco, e si fidava al punto da lasciarti la coca sotto il tappetino esterno del negozio.

«Non posso pagarti adesso – diceva il carpentiere di turno – metti nel conto. A quanto siamo?». «Quasi 11mila euro – rispondeva Angeli – ma non preoccuparti, mi paghi quando li hai». Non si può dire che non avesse il senso del commercio: meglio li trattava e più consumavano, tanto era certo che prima o poi avrebbero saldato. Magari, come è accaduto in un’occasione, con la provvidenziale eredità della nonna. Nel corso della perquisizione, i militari avrebbero trovato anche il ‘libro mastro’ che potrebbe svelare un quadro ancora più sostanzioso. Angeli, difeso dagli avvocati Tommaso Borghesi e Andrea Guidi, verrà sentito nei prossimi giorni.