REDAZIONE RIMINI

Sparò e uccise un 23enne a Capodanno, chiesta l’archiviazione per il carabiniere Masini

Il fatto è avvenuto a Villa Verucchio nel Riminese, il ragazzo morto si chiamava Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta: aveva accoltellato 4 persone. Per la procura il maresciallo non ebbe scelta, era stato iscritto nel registro degli indagati per eccesso colposo di difesa

Sparò e uccise un 23enne a Capodanno, chiesta l’archiviazione per il carabiniere Masini

Rimini, 17 giugno 2025 - La Procura ha chiesto al gip l'archiviazione dell'indagine a carico del carabiniere che sparò e uccise Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, il 23enne egiziano che la notte di Capodanno a Villa Verucchio aveva accoltellato quattro persone, due 18enni e una coppia di turisti romani di 70 e 69 anni, e tentato di aggredire lo stesso militare.

Il comandante della stazione dei carabinieri di Verucchio, Luciano Masini
Il comandante della stazione dei carabinieri di Verucchio, Luciano Masini

Per la Procura, il maresciallo Luciano Masini non ebbe scelta. Dopo sei mesi mesi l'indagine a carico del maresciallo va verso l'archiviazione. Dopo il fatto era stata lanciata una raccolta fondi a sostegno del maresciallo Masini: molti cittadini avevano voluto esprimere la loro solidarietà al carabiniere, ritenendo che abbia agito in modo corretto per difendere se stesso e gli altri. La raccolta fondi aveva lo scopo di coprire le eventuali spese legali del carabiniere. Una prova ritenuta inoppugnabile per gli investigatori dell'Arma e per la Procura, è il video fatto con un cellulare dei momenti stessi dell'aggressione. "Fermati, ma cosa stai facendo? Fermati, basta... ma vuoi proprio morire? Fermati per favore". Urlava il maresciallo Luciano Masini prima di sparare. Quelle frasi Masini - come si vede nel video - le urlava a squarciagola mentre indietreggiava, tentando di fermare quel ragazzo che correva con un coltello tra le mani pregando in arabo, con un Corano e una misbaḥah. Masini aveva già tentato con degli spari alle gambe, ma il ragazzo non si era fermato. Quando era a meno di 50 centimetri, il maresciallo ha alzato il tiro. Erano stati cinque i colpi che avevano atterrato il 23enne. Il maresciallo era stato iscritto nel registro degli indagati per eccesso colposo di difesa e difeso dall'avvocato Tommaso Borghesi. "Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta ha sbagliato, ma il suo errore l'ha pagato con la vita", avevano detto i genitori del giovane in Egitto. I parenti si sono rivolti all'avvocato Alvaro Rinaldi che potrebbe anche opporsi alla richiesta di archiviazione.