Rimini, spiagge, la legge affonda in Senato. Lo spettro delle aste già dal 2018

Mussoni: "Ora saranno i giudici a decidere la nostra sorte"

Un’ assemblea dei bagnini con i parlamentari e in basso Giorgio Mussoni

Un’ assemblea dei bagnini con i parlamentari e in basso Giorgio Mussoni

Rimini, 15 dicembre 2017 - Tutto da rifare. La legge sulle spiagge affonda nelle sabbie mobili di Palazzo Madama. Approvata alla Camera, la riforma si è arenata mercoledì al Senato. «La colpa è di FI, Lega, Mdp, M5s che hanno fatto ostruzionismo, chiedendo una serie di audizioni che allunga i tempi e impedisce l’approvazione della legge prima della fine della legislatura», tuonano il giorno dopo i parlamentari riminesi di Pd e Ap Tiziano Arlotti e Sergio Pizzolante.

Morale della favola: niente legge sulle concessioni balneari, con l’Italia che rischia la procedura d’infrazione europea e i bagnini e gli altri operatori balneari che potrebbero vedere le loro attività andare a bando già fra il 2018 e il 2019. Non solo: chiunque potrebbe impugnare davanti a un giudice il rinnovo fatto per la concessione di questa o quella attività di spiaggia, e i giudici non potranno che disporre che si facciano le gare per le concessioni.

«Hanno fatto una porcata – tuona Giorgio Mussoni, il presidente dei bagnini di Oasi Confartigianato – Non si capisce perché a Forza Italia cinque anni fa questa legge andasse bene, e ora l’ha bocciata. Il rischio ora è di affidare la partita alle sentenze dei giudici, che non possono tenere conto della realtà, delle imprese e degli investimenti che ci sono dietro a ogni attività balneare».

«Era quello che temevamo – rincara da Cna (che riunisca una cinquantina di balneari) Marco Mussoni – Purtroppo si era arrivati a questa legge senza che il governo stabilisse prima la durata della fase transitoria, quanti km di costa liberi assegnare subito con le gare. Continuiamo a sostenere che andava garantito il legittimo affidamento».

Ieri Forza Italia ha promesso, in caso torni a governare, di cancellare l’applicazione della Bolkestein per le spiagge. Ma Pizzolante mette in guardia i bagnini. «Se nella prossima legislatura saranno persone serie a occuparsi di spiagge, e ripartiranno da questa legge che garantiva il valore d’impresa degli operatori, allora si troverà la soluzione. In caso contrario, le gare sono dietro l’angolo».

Per Pizzolante questa non è una sconfitta personale, «perché se si è ottenuta per i bagni prima la proroga al 2015, poi al 2020, il merito è anche mio. In questi anni ho cercato ogni soluzione compatibile con le leggi italiane, europee e con le sentenze. A ogni governo ricominciavo daccapo. Eravamo vicini a una soluzione. Questo nuovo stop fa soltanto del male agli operatori».