
Bocciata anche l’ultima bozza: "Non viene riconosciuto il valore d’impresa"
Indennizzi un po’ più elevati per i bagnini che perderanno le concessioni. Ma anche l’ultima bozza dell’atteso decreto sui ristori per gli operatori in vista delle gare per le concessioni, che è stata vagliata dalla Ragioneria di Stato, resta ben lontana dalle speranze avanzate a più riprese dalle cooperative dei bagnini al ministero. Questo perché continua a non comparire nel testo un riconoscimento del valore dell’impresa, ma solo gli indennizzi per i beni materiali che verrebbero persi.
Un passo alla volta. La bozza del testo ha lasciato la Ragioneria e ora è all’esame del Consiglio di Stato, per capire se vi sono i supporti giuridici per avallare il futuro decreto. Intanto il tempo passa: in origine il decreto doveva essere presentato entro la fine di marzo. Si continua ad attendere, nonostante le richieste avanzate dai bagnini, e le rassicurazioni ricevute dal ministro Matteo Salvini. Ma anche le ultime indiscrezioni sul testo non soddisfano gli operatori balneari. "C’è qualcosa in più rispetto al testo che abbiamo visto in principio - premette Mauro Vanni, presidente della Confartigianato imprese balneari – Vengono riconosciuti gli investimenti sui beni inamovibili, le attrezzature su cui si è investito. Ma tutto questo andrebbe visto con attenzione per capire le reali ricadute che potrebbero esserci. Se così fosse sarebbe qualcosa in più, ma poco in più visto che questi ipotetici indennizzi diventerebbero minimi. Resta difficile commentare le indiscrezioni. Di certo nel testo non si parla di riconoscimento del valore di impresa, cosa che per noi era fondamentale". Dello stesso avviso Diego Casadei, presidente di Oasi balneari. "Le indiscrezioni sono ancora molto fumose. Faremo un punto con i consulenti e le altre cooperative per cercare di capirne di più. Ma quello che risulta, anche in questo caso, è che il valore di impresa non verrebbe preso in considerazione. L’ho detto e lo ribadisco: non si capisce perché per tutte le attività il valore di impresa è un elemento importante, per noi invece non viene preso in considerazione".
La bozza del decreto comprende quella che, se confermata sarebbe una assoluta novità: il corposo taglio dei canoni. Potrebbero calare del 40%. "È una parte che non comprendiamo – riprende Vanni – Sui canoni si poteva agire diversamente. Come? Parametrandoli con la redditività della concessione. Un ristorante sulla spiaggia incassa molto più di un bagno e paga circa 3mila euro, quando il canone di uno stabilimento si aggira intorno ai 15mila, a cui aggiungere almeno altri 60mila euro di costi di concessione tra salvataggi e altre voci, per non parlare della tassa rifiuti".
Secco il commento di Legacoop sulla bozza del decreto che sta circolando. "Le nostre cooperative balneari e i loro soci non possono accontentarsi di indennizzi simbolici o limitati ai beni materiali e non ancora ammortizzati, che non riconoscano il vero valore commerciale dell’impresa". Mentre l’eventuale maxi riduzione dei canoni "è un provvedimento che non abbiamo mai richiesto, non strategico e rischia di essere strumentalizzato, a tutto danno di una vera politica di sostenibilità del settore nel lungo periodo". Infine, "con l’auspicio che i contenuti del decreto possano essere migliorati e resi coerenti con le necessità del sistema balneare, continuiamo a chiedere, anche ai parlamentari eletti in Romagna, un impegno più forte sulla riforma delle concessioni".
Andrea Oliva