Rimini, lo stemma dell'Inter nell’epigrafe del tifoso

Il fratello e gli amici non hanno voluto dimenticare la grande passione di Claudio Ripa, 64 anni, supertifoso nerazzurro

Lo stemma dell'Inter nell'epigrafe del tifoso Claudio Ripa

Lo stemma dell'Inter nell'epigrafe del tifoso Claudio Ripa

Rimini, 2 dicembre 2021 - Un malore improvviso, poi il buio e il dolore. Claudio Ripa, 64 anni, ha lasciato un vuoto in famiglia e nei cuori dei tanti amici che lo conoscevano. Ma quel vuoto è stato riempito dal ricordo, e a partire dal fratello Gabriele è partita l’idea di ricordarlo gioioso, sorridente, con le passioni che ha coltivato nella vita. Tra queste c’era l’Inter. Per i nerazzurri provava un amore incondizionato. "Avevamo visto la partita mercoledì scorso - ricorda Gabriele -. Ho pensato che fosse giusto ricordarlo anche così, pensando alla sua personalità, sempre così solare".

Tifosi dell'Inter
Tifosi dell'Inter

Nei manifesti funebri è così comparso lo stemma della squadra del cuore. E ai piedi della bara ieri mattina al funerale è stato messo il simbolo dell’Inter. Si è portato i colori della sua squadra fin dentro la tomba, una scelta che solo i veri tifosi di calcio, quelli che per una vita hanno gioito e sofferto per un gol, un fuorigioco dubbio o una papera del portiere, riusciranno davvero a capire. Se n’è andato così circondato dal nero e dall’azzurro, i colori dell’Inter, la squadra per cui ha tifato fin da quando era bambino. Dal momento della scomparsa di Claudio Ripa, tanti sui social hanno voluto porgere le condoglianze all’amico e tra questi c’era anche chi ne ricordava la passione calcistica. "Ogni volta che ci si incontrava erano battute e risate. Quante partite del Rimini viste assieme allo stadio" sono state le parole di Sauro.

Ripa ha passato la vita nel settore turistico organizzando viaggi. "Per almeno vent’anni - lo ricorda Giovannino Montanari della Montanari tour - siamo stati insieme a Cooptur e poi Firmatour. Poi da diversi anni la nostra storia ci ha riuniti e insieme abbiamo fatto crescere la Montanari Tour. La nostra era un’amicizia vera ciò che ci divideva era il calcio e forse la politica ma le strategie, la visione, il nostro lavoro ci univa forte negli stessi obbiettivi. Quando vincevi una gara (e ne ha vinte tante) si festeggiava tutti insieme, perché anche se il merito era tutto tuo tu condividevi con noi la gioia della vittoria. Mai un passo indietro nelle difficoltà affrontavi i problemi come se l’azienda fosse la tua".

La foto sui manifesti di un Ripa sorridente era in fondo il suo marchio di fabbrica. "Ricorderò sempre - scrive un amico sul social - l’aspetto gioioso e giovanile che ti caratterizzava, nonostante non fossimo più ragazzini ridevamo e scherzavamo come lo fossimo e questo ti rendeva una persona speciale".  

a.ol.