Strage di Corinaldo, al fascicolo si aggiunge un secondo indagato riminese addetto alla sicurezza

Oltre a un indagato in più, riminese, nel fascicolo finisce anche una società, la Magic Srl. Per i proprietari della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo che ha visto morire cinque minorenni e una donna, è caduto il falso nei certificati inizialmente contestato dalla Procura. Per il resto i reati contestati sono rimasti gli stessi: la cooperazione in omicidio colposo, le lesioni anche gravi arrecate a quasi 200 feriti il disastro colposo e per alcuni il falso. E’ quanto contenuto nell’atto di conclusione delle indagini dell’inchiesta madre per la strage, quella relativa alla sicurezza del locale dove è indagato anche il sindaco Matteo Principi e per la quale la Procura contesta il rilascio leggero di autorizzazioni per fare pubblico spettacolo in un locale che non sarebbe stato idoneo. Dopo la chiusura delle indagini, ieri sono partiti i primi avvisi, notificati agli indagati che salgono a 18 persone fisiche e una società. L’ultimo è un addetto alla security dell’uscita 3, quella dove si formò poi la calca mortale. E’ Alessandro Righetti, 30 anni, di Rimini. Non si sarebbe attivato per sollecitare l’intervento di personale di supporto e non avrebbe indirizzato in un’area sicura le persone.

Intanto nei giorni scorsi erano arrivate le condanne per la cosiddetta ‘banda dello spray. Il giudice li ha riconosciuti colpevoli di omicidio preterintenzionale, oltre che di furto, rapina e lesioni, e ha inflitto condanne che vanno dai 12 anni e quattro mesi, fino 10 anni e 5 mesi. I pubblici ministeri avevano chiesto pene fino a 18 anni di carcere.