Strage in discoteca Ancona, sos sballo. A Rimini locali blindati, paura e controlli

Il nostro reportage, polizia e finanza a bordo pista. La caccia ai balordi della notte, psicosi spray al peperoncino

Una serata all'Altromondo Studios di Rimini (Pasqualebove)

Una serata all'Altromondo Studios di Rimini (Pasqualebove)

Rimini, 16 dicembre 2018 - Una settimana dopo è tutto un ‘Altromondo’. Dal trap generazionale di Sfera Ebbasta con orde di 16enni si è passati agli agenti della polizia a bordo pista. A cambiare la musica è stato il questore di Rimini Maurizio Improta, sull’onda della tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo costata la vita a sei persone. E il primo locale della riviera a finire nel mirino è stato proprio l’Altromondo Studios dove Sfera Ebbasta si era esibito in quel venerdì notte maledetto. Cinque canzoni prima di partire per le Marche, dove però non era mai arrivato.

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Una settimana dopo l’atmosfera è quasi surreale. Davanti alle casse del locale ci sono due dirigenti della questura, dentro agenti in borghese. Presenza discreta, ma che non passa inosservata. Chi paga deve per forza passarci davanti. E si vede bene che i due non sono lì per ballare. Come non sono lì per divertirsi nemmeno gli enormi bodyguard che stazionano a bordo pista, vestiti con degli sgargianti gilet gialli fosforescenti. Manco fossimo sugli Champs Elysées. Misure di sicurezza potenziate, occhi puntati sulle uscite di sicurezza e su chi maneggia strani arnesi. L’incubo dello spray al peperoncino aleggia nell’aria. Presenza invisibile. «Ho un po’ paura che possa succedere anche questa sera – confessa Martina, 26 anni –. Non volevo venire a ballare, ma le mie amiche mi hanno convinto».

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Nemmeno la presenza massiccia degli agenti la riesce a tranquillizzare del tutto. «Io non ci ho neppure pensato – la riprende Giorgia, l’amica al suo fianco –. Forse quelle cose possono capitare quando in giro ci sono certi ragazzini». Stasera la musica è diversa, i 16enni sono (forse) a letto. Il sabato si va (forse) a scuola. Sette giorni dopo la musica è diversa: si alternano i Queen, la disco anni ‘80 e ‘90. Il flow di Sfera risuona lontano, con le sue rime che in tanti hanno scoperto nell’ultima settimana. Scandalose. È nei suoi testi che si è andato a cercare le motivazioni di quella strage. Come se lì ci fosse la molla che ha fatto scattare il dito sullo spray del 17enne sudamericano. A mettere il trapper sul banco degli imputati per quelle strofe indulgenti con la droga e l’alcol. Come se 40 anni fa Vasco Rossi non avesse mai invitato a bere la cocacola.    Gli invitati della serata però non sono ancora finiti. A dare manforte agli uomini della questura arrivano anche i finanzieri. Tre ragazzi dell’unità cinofila in divisa, un altro paio in borghese. Si accomodano di fianco ai colleghi e cominciano a spulciare carte e permessi. Tutto in regola. Fuori, nel camioncino grigioverde, ci sarebbero anche i cani e il loro proverbiale fiuto. Ma non li fanno entrare. Chi esce per fumare una sigaretta però non può fare a meno di imbattersi. La blindatura adesso è al completo. Lo aveva promesso il questore. E ha mantenuto la parola. Nessuno sconto su capienza massima e biglietti. E l’Altromondo è già fortunato. Almeno è aperto. Altri hanno dovuto rinunciare in fretta e furia alle serate del weekend. Perdendo soldi e certezze.   Dentro la convivenza è più facile che all’ingresso. Gli agenti ci sono ma sono quasi invisibili. La voglia di scatenarsi in pista non è passata. Nonostante tutto. «Su le mani» gridano dalla consolle. Ma questa volta i poliziotti non c’entrano.