LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Studentessa sequestrata e violentata da ristoratore: nuova condanna per l’orco

In appello il kebabbaro 59enne accusato di aver stuprato una studentessa è stato riconosciuto colpevole anche di avere segregato per ore la vittima

Il pakistano, oggi 59enne, era stato arrestato dalla Mobile, coordinata dal pm Ercolani (nella foto piccola)

Il pakistano, oggi 59enne, era stato arrestato dalla Mobile, coordinata dal pm Ercolani (nella foto piccola)

Rimini, 14 settembre 2023 – Non fu solo una violenza sessuale: J.A., 59enne commerciante pakistano trapiantato a Rimini dove gestiva un kebabbaro, è stato condannato anche per sequestro di persona. È stata questa la decisione della Corte d’Appello di Bologna, che nei giorni scorsi ha condannato l’uomo che nel dicembre del 2018 era stato arrestato dalla Squadra mobile di Rimini perché accusato di avere violentato a ottobre di quell’anno nella propria abitazione una studentessa riminese di 23 anni.

In primo grado, nei confronti di J.A., difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù, era stata pronunciata sentenza di condanna per la sola violenza sessuale, escludendo il sequestro di persona contestato all’imputato per aver – secondo le accuse – chiuso dentro l’appartamento la ragazza per poi avventarsi sulla giovane. L’uomo era stato condannato a tre anni e a risarcire alla vittima diecimila euro.

A seguito della sentenza del Tribunale però a fare appello fu il sostituto procuratore che rappresenta l’accusa nel procedimento, Davide Ercolani, sostenuto anche dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Tiziana Casali. Nei giorni scorsi, il procedimento nei confronti del kebabbaro 59enne è così giunto a una nuova sentenza. La Corte d’Appello ha infatti prima risentito la persona offesa e condannato quindi J.A. anche per il sequestro di persona, pur riconoscendo in questo quadro la continuità tra i reati. Pertanto, J.A. è stato condannato a tre anni e sei mesi, oltre ad un risarcimento raddoppiato e arrivato a ventimila euro da corrispondere alla persona offesa.

I fatti contestati appunto risalgono all’ottobre del 2018, quando la 23enne era tornata da Ravenna e si era fermata nel kebabbaro gestito dal 59enne per prendere qualcosa da mangiare. Mentre aspettava, aveva iniziato a chiacchierare con il titolare che vedendola stanca le aveva proposto un massaggio a casa sua.

La giovane, fidandosi, lo aveva quindi seguito nell’abitazione e, una volta arrivata, appena varcata la soglia era stata chiusa dentro l’appartamento da J.A., che senza indugi avrebbe dopo poco iniziato a palpeggiarla per poi, a seguito della resistenza della vittima, trascinarla sotto la doccia e strapparle via i vestiti. Qui alla ragazza sarebbe stato imposto di lavarsi, per poi essere portata a letto dove il 59enne secondo le accuse ha approfittato della ragazza per tutta la notte.