Stupri di Rimini, la procura indaga sulle fake news

L'ipotesi di reato è diffamazione e divulgazione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico

Il procuratore Paolo Giovagnoli (foto Adriapress)

Il procuratore Paolo Giovagnoli (foto Adriapress)

Rimini, 13 settembre 2017 - Diffamazione e divulgazione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico. E' l’ipotesi di reato di un fascicolo aperto dal procuratore Paolo Giovagnoli dopo che in rete sono apparse fake news sugli stupri di Rimini prima che la Squadra Mobile arrestasse il branco per rapina e violenza sessuale. 

L'indagine è partita dalla querela per diffamazione, affidata alla polizia postale, presentata da due dei quattro tunisini - attualmente in carcere - completamente estranei ai fatti ma al centro della bufala. Nel dettaglio, si tratta di una fotografia che li ritrae additandoli come gli stupratori. Per questa ragione, sarebbero stati minacciati di morte.

Il fascicolo potrebbe presto allargarsi ad altre fake news comparse in Rete sugli stupri.