Stupro di Rimini. "Avevano i volti massacrati e piangevano"

Parla la prostituta che ha soccorso i due giovani polacchi subito dopo l'aggressione. "Lei non riusciva nemmeno a parlare"

Rimini, i rilievi della Scientifica dopo lo stupro in spiaggia (foto Migliorini)

Rimini, i rilievi della Scientifica dopo lo stupro in spiaggia (foto Migliorini)

Miramare (Rimini), 28 agosto 2017 - «Non ho mai visto due ragazzi ridotti in quelle condizioni». Di cose spaventose, la prostituta dell’Est ne ha viste parecchie, ma ha la voce incrinata quando racconta di cosa si è trovata di fronte quando la notte di venerdì a Miramare ha soccorso la giovane polacca stuprata e l’amico. Non vuole nomi nè riferimenti, il marciapiede è un mondo pericoloso, e queste notti lo è più di altre.

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Quando li ha visti? «Stavo sul ciglio della strada, quando ho notato due ragazzi che cercavano di attraversare. Barcollavano in maniera spaventosa e da lontano ho pensato che fossero così ubriachi da non riuscire a stare in piedi. Poi li ho sentiti che mi chiamavano: "Per favore, per favore aiutaci". Mi sono avvicinata...».

Cosa si è trovata di fronte? «Erano spaventosi, i volti massacrati e gli occhi gonfi. Piangevano entrambi, lei non riusciva nemmeno a parlare, aveva un’espressione terribile. Il ragazzo parlava in inglese, mi chiedeva di chiamare la Polizia. Lui aveva addosso soltanto gli slip, la ragazza invece indossava vestiti da uomo. Quando ho saputo quello che era successo, ho capito che lui le aveva dato i suoi abiti».

Ha chiesto cosa era successo? «Sì, ma la giovane piangeva soltanto, non ce la faceva a dire niente. E’ stato il ragazzo a raccontarmi che erano stati aggrediti da quattro persone e che lei era stata violentata da tutti e quattro. Mi ha detto che sembravano dei nordafricani. Non ho mai visto due ragazzi tanto traumatizzati»

Che cosa ha fatto? «Mi sono attaccata al telefono e ho chiamato subito la Polizia e l’ambulanza, non potevo fare altro».

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Lei è abituata alla ‘strada’, alla violenza, cosa ha provato di fronte a un fatto simile? «È vero, ne ho viste di tutti i colori, la gente sa essere molto cattiva. Ma quello che è accaduto a quella ragazza è inaccettabile. Mi è venuta dentro un grande rabbia, ho ancora i loro volti massacrati davanti agli occhi. Nonostante il mestiere che faccio sono sotto choc. Quelli non sono nemmeno animali, gli animali sono più buoni. Sono bestie, bastardi, non ho nemmeno le parole per definirli».

Quella notte ricorda di avere visto i quattro passare? «Me l’hanno chiesto anche gli investigatori, ma passa tanta gente e a quel gruppo non ho fatto proprio caso».

Lei lavora nella zona in cui si è consumato lo stupro. Adesso ha più paura? «Sì, molta di più. Ieri sera (l’altra sera per chi legge, ndr) sono tornata sul marciapiede, ma continuavo a guardarmi intorno, guardavo le facce. E anche le mie colleghe. A un certo punto ho visto passare un gruppetto di cinque magrebini. Mi sono spaventata e li ho segnalati subito alla Polizia».

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