Stupro fuori dalla disco a Cattolica, muratore a processo: la Procura chiede 7 anni

Abusi su una ragazza ventenne nel parcheggio del Malindi. L’imputato residente a Vallefoglia (Pesaro Urbino) si difende: "Nessuna violenza, lei era consenziente"

Violenza sessuale fuori dalla discoteca: muratore residente a Vallefoglia a processo

Violenza sessuale fuori dalla discoteca: muratore residente a Vallefoglia a processo

Rimini, 14 maggio 2023 – È accusato di aver abusato di una ragazza di soli 20 anni nel parcheggio della discoteca Malindi di Cattolica, costringendola ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà. L’episodio risale alla notte tra il 11 e il 12 giugno del 2022.

A meno di un anno di distanza, un albanese di 23 anni, residente a Vallefoglia (in provincia di Pesaro-Urbino), si ritrova a processo davanti ai giudici del Collegio di Rimini, difeso dall’avvocato Marco Defendini. Sette anni la richiesta di condanna del pubblico ministero, Annadomenica Gallucci, formulata nell’udienza che si è svolta l’altro ieri. Il giovane albanese – che non ha alle spalle altri precedenti, e lavora come muratore – ha respinto ogni accusa a suo carico. Ha confermato di aver conosciuto la ragazza autrice della denuncia, residente nel Pesarese, all’interno del locale, e di aver trascorso del tempo con lei e le sue amiche. A un certo punto i due giovani sono usciti dalla discoteca per andare ad appartarsi in un luogo meno rumoroso.

Da parte sua, sostiene il 22enne, non ci sarebbe stato nessun tipo di violenza fisica o costrizione, né in quel momento né successivamente, come d’altra parte – sempre stando alla tesi dell’indagato – sarebbe dimostrato dall’assenza di lividi sul corpo della ragazza e di vestiti strappati. Opposta la versione della ragazza.

A sostegno del suo racconto c’è il referto medico, che parla di segni superficiali nelle parti intime e di una prognosi di 15 giorni. Quella sera di giugno lei e le amiche avevano deciso di trascorrere la serata al Malindi. Nel corso della serata le ragazze erano state raggiunte da un gruppo di giovani albanesi. Il 23enne aveva messo gli occhi sulla ventenne, e a un certo punto l’aveva invita a uscire dal locale. "Mi sono fidata di lui: pensavo che nel locale la musica fosse troppo alta, e che volesse solamente parlare in un luogo meno rumoroso. Mi sembrava un bravo ragazzo e invece si è trasformato in un mostro" aveva raccontato la giovane, assistita dall’avvocato Elena Fabbri.

Secondo l’autrice della denuncia, l’albanese si sarebbe avventato su di lei con tutta la sua forza. Avrebbe tentato di baciarla, poi l’avrebbe palpeggiata. L’avrebbe spinta a terra, sfilandole i pantaloni e infine abusando di lei. Dopo essere fuggita dal suo aguzzino, la ventenne aveva raggiunto, in lacrime, le amiche, raccontando loro tutto.