Rimini, suicida dopo i maltrattamenti. Marito arrestato

L’uomo aveva cominciato a minacciare di morte anche la figlia

Centro antiviolenza 'Rompi il silenzio'

Centro antiviolenza 'Rompi il silenzio'

Rimini, 24 novembre 2018 - Storia di P. Dietro quell’iniziale, una donna maltrattata dal marito che alla fine aveva scelto di togliersi la vita, proprio il giorno prima della convalida del provvedimento di allontanamento. Dopo la sua morte, l’uomo ha cominciato a prendersela anche con la figlia, ma questa volta le minacce di morte rivolte alla ragazza hanno avuto come epilogo un paio di manette. L’accusa è quella di maltrattamenti nei confronti dell’una e dell’altra. Gli inquirenti hanno concluso che quell’uomo era pericoloso: i giudici hanno agito alla velocità della luce nel preparare l’ordinanza di custodia cautelare, e nel frattempo la ragazza è rimasta sotto stretta protezione della polizia.

Per anni la 40enne, residente in Valconca, aveva subito passivamente le violenze e i soprusi del marito. Come per tutte le donne vittime di uomini-padroni, nemmeno per lei era stato facile difendersi. Ma alla fine non ce l’aveva fatta più, e aveva trovato il coraggio di rivolgersi all’associazione ‘Rompi il silenzio’. A loro aveva raccontato quello che aveva subito per troppo tempo, e dopo un periodo di supporto e assistenza psicologica, si era decisa a denunciare quell’uomo violento che le aveva rovinato la vita. Naturalmente era stata messa sotto protezione, per evitare la vendetta di un marito abbandonato. Ma ricominciare non è facile, quando si ha corpo e anima feriti nel profondo.

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Poco più di un mese fa, era stata fissata l’udienza per la convalida del divieto di avvicinamento del matito. Ma a un passo dalla libertà, la donna è crollata, il dolore l’aveva ormai annullata psicologicamente e ha tentato di uccidersi. Quando l’hanno trovata era ancora viva, anche se molto grave. Le operatrici di ‘Rompi il silenzio’ le sono state sempre vicine, così come ai suoi figli. Ma qualche giorno fa ha smesso di lottare, ed è morta in ospedale.

Lei se n’è andata, ma non è ancora finita. Perchè il bersaglio successivo del marito sarebbe ora diventata la figlia, alla quale lui attribuisce chissà quali colpe. E sono cominciate ad arrivare le minacce. Minacce pesanti, di morte, nei confronti di una ragazza che così come la madre era sprofondata nel terrore. La ragazza si era rivolta subito alla polizia, e le misure di protezione erano scattate immediatamente.

Gli investigatori ritenevano infatti la giovane a rischio, e non l’avevano mai persa d’occhio, mentre il sostituto procuratore, Paola Bonetti, chiedeva al giudice un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il padre.

Il gip l’ha concessa subito e per l’uomo, un 57enne della zona, sono scattate le manette. Ieri mattina, assistito dall’avvocato Giuliano Cardellini, è comparso davanti al giudice per la convalida. Ha negato a oltranza le violenze nei confronti della moglie, e anche le parole dette alla figlia, ha detto, sono state dettate dalla rabbia, giurando che non le avrebbe mai messe in pratica. Il suo difensore ha chiesto gli arresti domiciliari, ma il giudice si è riservato.

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