"Sulle concessioni balneari dal Comune solo promesse"

Berardi (Civici per Bellaria) attacca la giunta: "Dallo Stato nessun regolamento. Impossibile garantire ora a chi ha investito un ’vantaggio’ nei bandi di gara"

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"Come è possibile dichiarare che gli investimenti che faranno i bagnini saranno tenuti in debito conto nelle aste? Lo Stato non ha ancora fatto il regolamento delle gare". Lo afferma Alessandro Berardi, consigliere di Civici per Bellaria Igea Marina. Che si riferisce alle recenti affermazioni del sindaco Filippo Giorgetti, alla vigilia della delibera che ha equiparato le parti di arenile demaniale (dello Stato) con quelle comunali. Anche in vista dei futuri bandi, o manifestazioni di interesse. Giorgetti ha tirato in ballo la possibilità di un ’rientro’ dagli investimenti fatti, e che faranno, bagnini e chioschisti impegnati in questi anni a modernizzare bagni e ristobar, nei tratti interessati dal nuovo lungomare ciclopedonale ’Raffaella Carra’, ma non solo. "Riteniamo che il massimo che un amministratore oggi dovrebbe fare – insiste Berardi – sarebbe auspicare che ciò avvenga, ma non si può affermare che lo si farà con certezza. A nostro avviso, equiparare le aree comunali a quelle statali, significa dire che l’amministrazione di fatto si lava le mani della gestione di una partita così complessa, e si affida in toto a quello che deciderà il governo".

Insomma, secondo l’esponente di opposizione, "questa delibera sembra più uno specchietto per le allodole nei confronti dei bagnini i cui stabilimenti si affacciano sul nuovo lungomare, affinché facciano investimenti". Che sono importanti: tra 100mila e 150mila euro uno stabilimento balneare; fino a 200mila un ristobar (non per caso qualcuno ha installato prefabbricati da cantiere, in assenza di garanzie assolute). "Ma siamo davvero sicuri – insiste Berardi – che gli possa essere riconosciuto l’investimento in sede di futuri bandi? Le normative vigenti dicono il contrario. Ad oggi la normativa dice che le opere fatte sul demanio, allo scadere delle concessioni, restano allo Stato e un riconoscimento da indennizzare qualora cambiasse il concessionario che si aggiudica il bando non è affatto previsto". Il dubbio che solleva Berardi è che gli operatori attuali "dopo aver speso ingenti somme nel fare i nuovi bagni non si trovino con un pugno di mosche e debiti da pagare".