Rimini, si sveglia dopo 55 giorni di coma. Festa di strada per Gabriella Mancini

Ex parrucchiera di Cattolica torna alla vita dopo un lungo oblio. E i vicini organizzano una grande cena

La grande cena in strada

La grande cena in strada

Rimini, 20 luglio 2018 - L'odore della grigliata di pesce. Il tintinnio delle posate. Le risate. Il vociare allegro dell’intera via Fleming riunita a tavola. "Prendi un’altra fetta di dolce". "E il vino bianco? Non lo vuoi assaggiare?". Poi qualcuno propone un brindisi. Tutti alzano il bicchiere. "A Gabi". Lei, Gabriella Mancini, 74 anni, ex parrucchiera di Cattolica, sorride, felice e imbarazzata. Guarda le facce accaldate che la circondano e pensa a quel maledetto 28 agosto di un anno fa. L’infarto. I soccorsi. La corsa in ambulanza. Il cuore che, miracolosamente, riparte. E poi il coma.

Cinquantacinque giorni di oblio in quella camera dell’ospedale ‘Infermi’ di Rimini. Il suo cervello messo a dura prova dal trauma violentissimo. "Le avevano dato pochissime speranze", ricorda ora qualcuno con un sospiro di sollievo. Sì, perché Gabi ha spiazzato tutti. Si è aggrappata alla vita con le unghie e con i denti. Ha riaperto gli occhi e ha potuto abbracciare il marito Angelo Contadini e i figli, Cristiano e Andrea. Che durante quei giorni d’angoscia non l’hanno mai lasciata sola. Ogni tanto le infilavano le cuffiette nelle orecchie e le facevano sentire la voce di Giulio, tre anni, figlio di Elisabetta, una vicina di casa.

Sarà stato lui, con la sua voce, a strapparla al buio più assoluto? Chi lo sa... Sta di fatto che, alla fine, Gabi, ha lasciato quella camera dell’ospedale di Rimini, non prima di aver ringraziato medici e infermieri. È tornata a casa, in via Fleming. Mercoledì sera, più in forma che mai, si è seduta a tavola, insieme ad altre cinquanta persone, riunite per l’occasione nel giardino dell’amica Nadia. Era stata proprio lei a farle quella promessa: "Quando torni, organizziamo una grande cena in cortile. Ti do la mia parola". E così è stato. Ognuno ha fatto la sua parte. Chi ha portato il vino, chi il pane, chi i dolci e chi i liquori. Quel maledetto 28 agosto del 2017 è solo un brutto ricordo. L’infarto e il coma, pure. L’altra sera, in quella stradina del quartiere Macanno, c’era solo tanta voglia di fare festa.

Cos'è successo? "È successo – spiega Franca Masi, vicina di casa di Gabriella – che la storia di Gabi ci ha fatto riscoprire la voglia di stare insieme, ha risvegliato i nostri sentimenti più belli. Non mancava proprio nessuno: anche quelli che magari si sono trasferiti e non abitano più qui. Non si sarebbero persi la festa per nulla al mondo. Purtroppo la vita, con i suoi impegni quotidiani, rende difficile il rapporto tra vicini di casa, ma l’altra sera, finalmente, eravamo tutti uniti". "Io non avevo dubbi che Gabriella ce l’avrebbe fatta – dice un’altra vicina –. è una donna forte, che ha lavorato duramente senza mai risparmiarsi. Soprattutto è una persona capace di ascoltare: per questo tutti le vogliono bene". E come non volergliene?