Tariffe in hotel più alte e stop agli investimenti

Dal sondaggio di Infoalberghi le maggiori spese cambiano le strategie. I gestori sono pronti a tagliare le ristrutturazioni e uno o più dipendenti

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Negli hotel i prezzi saranno sempre più alti, mentre ci saranno meno dipendenti e i titolari daranno un taglio alle ristrutturazioni. E’ questa la fotografia che emerge dal sondaggio tra gli hotel fatto da Infoalberghi, che preoccupa il sindaco Jamil Sadegholvaad pronto a puntualizzare alcuni aspetti: "L’impennata dei costi energetici ha eroso i guadagni, ma a questo dato di fatto non si può rispondere con la paura, stando chiusi. La riqualificazione delle strutture alberghiere è una delle principali sfide che ci troveremo ad affrontare lungo il percorso che dovrà portare Rimini a riconquistare i mercati".

La stagione appena terminata è andata sensibilmente meglio di un anno fa, dicono le risposte al questionario di Infoalberghi. La gestione del personale tuttavia si è rivelata un incubo e l’aumento dei costi dell’energia a stagione in corso ha creato più di un problema. "Gli aumenti - hanno risposto gli albergatori - sono arrivati quando avevamo prenotazioni e contratti con le agenzie già stipulati". Ciò nonostante molti hanno ritoccato all’insù le tariffe; lo hanno fatto il 63,5% degli intervistati. Un 20% ha preferito ridurre il numero di offerte e ben il 18% ha messo a pagamento alcuni servizi. C’è anche chi ha deciso di chiudere in anticipo (13,5%). Alcune strutture hanno preso una decisione storica per far tornare i conti e togliersi il problema del personale: rinunciare alla cucina limitandosi al solo pernottamento.

Le criticità della stagione terminata si rifletteranno sulle scelte future. Ed è qui che gli albergatori intendono stringere la cinghia in primo luogo dando un taglio agli investimenti. Il 28,2% ha deciso di rinunciare ai lavori di ristrutturazione. Ma nonostante questo i prezzi dei soggiorni continueranno a salire visto che il 70% ha deciso di aumentare le tariffe. Anche questo potrebbe non bastare, così il taglio successivo sarà sul personale. Un albergatore su dieci farà a meno di uno o più collaboratori. Di fatto per un prezzo più alto si potrebbe avere un prodotto più povero. Solo un 14,6% ha deciso di investire in sistemi per il risparmio energetico. Su questa partita appena il 18,4% dice di averlo già fatto ritenendosi soddisfatto, mentre un 42% ci sta riflettendo. Il gioco al ribasso delle tariffe per strappare clienti alla concorrenza sta diventando una partita sempre più pericolosa visti i margini sempre più ridotti delle attività, per questo la maggioranza degli intervistati si augura che questo finisca "vendendo al giusto prezzo". Soprattutto i piccoli hotel stanno soffrendo i cambiamenti in atto. "Ci sono strutture alberghiere con poche camere, fuori mercato - riprende il sindaco -. È fondamentale l’aiuto del governo. Auspichiamo nuovi provvedimenti da Roma e al nuovo esecutivo abbiamo chiesto di indirizzare il bonus 110% all’edilizia alberghiera. Fra gli interventi di riqualificazione alberghiera che migliori l’offerta turistica, occorre tenere sempre più in considerazione la crescente esigenza di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili anche da parte di attività turistiche".

Andrea Oliva