Rimini, tassa di soggiorno più cara. Stangati anche camping e Airbnb

Si parte da gennaio, gli incassi saliranno a 9 milioni di euro

Rimini, un gruppo di turisti protesta per la tassa di soggiorno (Foto PasqualeBove)

Rimini, un gruppo di turisti protesta per la tassa di soggiorno (Foto PasqualeBove)

Rimini, 18 ottobre 2018 - La stangata partirà da gennaio, e non sarà solo per chi pernotta in hotel. A Rimini la tassa di soggiorno aumenterà per tutti: residence, camping, b&b, agriturismi e case per affitti brevi, incluse quelle offerte tramite la piattaforma di Airbnb. «L’incremento – conferma l’assessore al Bilancio Gianluca Brasini – sarà orizzontale, riguarderà tutte le strutture turistiche (sono circa 1.400 in città, ndr), anche se stiamo ancora ragionando sull’entità del rincaro per alcune tipologie».

Di sicuro la tassa aumenterà di 50 centesimi a persona, al giorno, per gli alberghi dalle tre stelle in su. L’imposta passerà a 2 euro al giorno (contro 1,50) nei 641 hotel a tre stelle, 3 euro negli 83 alberghi a quattro stelle (anziché 2,50), 3,50 euro al Grand Hotel e all’iSuite. Ma i rincari ci saranno anche per gli hotel a una e due stelle (sono 341 in tutto), dove oggi si pagano rispettivamente 50 e 70 centesimi al giorno. Così per le altre strutture ricettive, compresi gli alloggi Airbnb per i quali Rimini ha iniziato a riscuotere la tassa da quest’anno.

In compenso saranno esentati completamente dall’imposta i minori e gli over 65 (oggi le agevolazioni sono più ristrette) così come gli invalidi. Come già avviene, la tassa non si paga dopo il settimo giorno di pernottamento. Con le modifiche Palazzo Garampi punta a incassare 9 milioni di euro l’anno contro gli attuali 7. Altra novità riguarda il sistema di comunicazione delle presenze ai fini del pagamento della tassa. Albergatori e titolari delle altre strutture ricettive dovranno segnalare agli uffici comunali (per via telematica) le presenze ogni tre mesi e non più una volta all’anno. Così «combatteremo gli evasori – dice Brasini – in modo più efficace e puntuale».

Chi sgarra rischia una denuncia. Nel 2017 sono stati accertati mancati incassi per 427mila euro, il Comune ne ha recuperati 270mila. Contraria agli aumenti la Lega, che attacca l’amministrazione per come spende i soldi incassati dalla tassa di soggiorno. «Va usata come un’imposta di scopo, per la promozione del turismo culturale e il recupero dell’anfiteatro romano – tuona Marzio Pecci – Alle associazioni di categoria chiediamo di sostenerci in questa battaglia». Ma Brasini fa notare che a Rimini «questo lo facciamo già. Gli introti della tassa di soggiorno vengono usati per gli eventi (circa 3 milioni), per il piano fogne, la viabilità e la cura del verde nella zona turistica, e per i motori culturali».