"Una follia le mancate agevolazioni per il 2023, per i pubblici esercizi. L’onda lunga del Covid si fa ancora sentire su bar e ristoranti". Il grido d’allarme arriva da Matteo Zoccarato, il consigliere della Lega Matteo. "Mi riferisco in particolare – attacca – al mancato sconto sulla tassa di occupazione di suolo pubblico per i pubblici esercizi e sulla Tari, tassa rifiuti. A dire dell’amministrazione comunale si è tornati alla normalità, e bar e ristoranti sono state tra le attività più sostenute in questi anni di pande mia. Ma di quale normalità stiamo parlando? Sono proprio queste realtà le più penalizzate dal Covid prima, poi da caro bollette e inflazione. Eppure le risorse per confermare le agevolazioni c’erano, ma sono state destinate ad altro".  L’attacco di Zoccarato è un assist alle categorie. "Compatibilmente col bilancio – dice Mirco Pari, direttore di Confsercenti – i Comuni dovrebbero fare tutto il possibile per sostenere le attività produttive. Non credo che il ritorno alla normalità sarà breve e indolore. Sarebbe opportuno allungare i tempi del sostegno pubblico, anche perché stiamo entrando in una pericolosa fase di inflazione - recessione, pertanto l’obiettivo primario dovrebbe essere salvare le imprese e sostenere i consumi. Un tema questo che chiama in causa il governo nazionale perché a sua volta dovrebbe sostenere i bilanci degli enti locali". "Nelle riunioni con il Comune abbiamo illustrato più volte le difficoltà che ancora affrontano i pubblici esercizi – rincara iil presidente provinciale di Fipe Confcommercio, Gaetano Callà – Un settore che ha pesantemente subito le conseguenze della pandemia e ora è colpito dagli esorbitanti costi delle bollette energetiche. Comprendendo le difficoltà dell’amministrazione a far quadrare i bilanci, abbiamo da subito rinunciato a chiedere la totale gratuità degli spazi, ma non a quella di ottenere gli spazi a un canoe inferiore, soprattutto per i mesi più freddi, quando il beneficio degli spazi esterni è ridotto. Avevamo chiesto anche che le attività stagionali potessero mantenere installati i loro dehor senza dover pagare la tariffa intera nei mesi non lavorati: nemmeno questa richiesta è stata soddisfatta. Ci siamo concentrati allora sulla possibilità di ottenere nuovamente gli spazi, il che è avvenuto. Questa per i pubblici esercizi è essenziale: avere gli spazi esterni è indispensabile per lavorare. Ma è ovvio che se alla imposta sul suolo pubblico da pagare per intero si sommassero anche gli aumenti per la Tari, la tassa per la raccolta dei rifiuti, i ricavi delle attività verrebbero ancora una volta notevolmente erosi lasciando marginalità che mettono a rischio il futuro del comparto".  L’assessore al bilancio Juri Magrini ricorda che nel 2022 sono stati messi in campo da Palazzo Garampi 1,5 milioni di euro di sgravi e sostegni, e rimarca che per il 2023 il Comune conferma il progetto Open space "con la possibilità di ampliare gli spazi pubblici. "Senza dimenticare – conclude – i 200mila euro a sostegno delle attività economiche, tra startup, ‘vetrine illuminate’ e botteghe storiche. Infine le luminarie di Natale pagate interamente dal Comune, costate 250mila euro".  Mario Gradara

Cronaca

"Una follia le mancate agevolazioni per il 2023, per i pubblici esercizi. L’onda lunga del Covid si fa ancora sentire su bar e ristoranti". Il grido d’allarme arriva da Matteo Zoccarato, il consigliere della Lega Matteo. "Mi riferisco in particolare – attacca – al mancato sconto sulla tassa di occupazione di suolo pubblico per i pubblici esercizi e sulla Tari, tassa rifiuti. A dire dell’amministrazione comunale si è tornati alla normalità, e bar e ristoranti sono state tra le attività più sostenute in questi anni di pande mia. Ma di quale normalità stiamo parlando? Sono proprio queste realtà le più penalizzate dal Covid prima, poi da caro bollette e inflazione. Eppure le risorse per confermare le agevolazioni c’erano, ma sono state destinate ad altro". 
L’attacco di Zoccarato è un assist alle categorie. "Compatibilmente col bilancio – dice Mirco Pari, direttore di Confsercenti – i Comuni dovrebbero fare tutto il possibile per sostenere le attività produttive. Non credo che il ritorno alla normalità sarà breve e indolore. Sarebbe opportuno allungare i tempi del sostegno pubblico, anche perché stiamo entrando in una pericolosa fase di inflazione - recessione, pertanto l’obiettivo primario dovrebbe essere salvare le imprese e sostenere i consumi. Un tema questo che chiama in causa il governo nazionale perché a sua volta dovrebbe sostenere i bilanci degli enti locali". "Nelle riunioni con il Comune abbiamo illustrato più volte le difficoltà che ancora affrontano i pubblici esercizi – rincara iil presidente provinciale di Fipe Confcommercio, Gaetano Callà – Un settore che ha pesantemente subito le conseguenze della pandemia e ora è colpito dagli esorbitanti costi delle bollette energetiche. Comprendendo le difficoltà dell’amministrazione a far quadrare i bilanci, abbiamo da subito rinunciato a chiedere la totale gratuità degli spazi, ma non a quella di ottenere gli spazi a un canoe inferiore, soprattutto per i mesi più freddi, quando il beneficio degli spazi esterni è ridotto. Avevamo chiesto anche che le attività stagionali potessero mantenere installati i loro dehor senza dover pagare la tariffa intera nei mesi non lavorati: nemmeno questa richiesta è stata soddisfatta. Ci siamo concentrati allora sulla possibilità di ottenere nuovamente gli spazi, il che è avvenuto. Questa per i pubblici esercizi è essenziale: avere gli spazi esterni è indispensabile per lavorare. Ma è ovvio che se alla imposta sul suolo pubblico da pagare per intero si sommassero anche gli aumenti per la Tari, la tassa per la raccolta dei rifiuti, i ricavi delle attività verrebbero ancora una volta notevolmente erosi lasciando marginalità che mettono a rischio il futuro del comparto". 
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