Sentenza ‘tempesta emotiva’, il killer di Olga Matei è ancora grave

Michele Castaldo ha tentato il suicidio in carcere. Lettera all’avvocato: "Mi infliggo la condanna da solo"

Michele Castaldo e la vittima, Olga Matei

Michele Castaldo e la vittima, Olga Matei

Rimini, 9 marzo 2019 - Sono gravi ma stazionarie le condizioni di Michele Castaldo, l'omicida di Olga Matei. L'uomo è ricoverato da lunedì nel reparto di rianimazione dell'ospedale Sant'Anna di Ferrara dopo aver tentato il suicidio nella sua cella del carcere dell'Arginone. I medici mantengono ancora la prognosi riservata anche se, a quanto trapela, non sarebbe in immediato pericolo di vita. 

«Se sta leggendo questa lettera vuol dire che non mi hanno bloccato la posta, da oggi aspetterò 3-4 giorni, poi spero di trovare il coraggio di fare ciò che sto pensando. Una cosa che stavo rimandando non per paura, ma solo per attuare la condanna che mi sono inflitto da solo...» avava scritto nella lettera al suo avvocato, Monica Castiglioni.

Dopo il clamore suscitato dalla motivazione della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna con cui i giudici gli dimezzavano la pena, parlando di "una soverchiante tempesta emotiva e passionale", Castaldo ha deciso che era venuto il momento di fare quello a cui pensava da molto tempo: "raggiungere Olga".

La partenza in viale Ceccarini (Foto Concolino)

Dopo la bufera, era stato trasferito per sicurezza in una sezione protetta del carcere di Ferrara, ed era in cella da solo. Sul suo comodino è stata trovata una boccetta che all’apparenza sembra olio, ma cosa ci fosse dentro ancora non lo sanno. E’ probabile che nel tempo si fosse messo da parte le medicine che prendeva per i suoi disturbi. Nella lettera al legale, l’uomo appare sconcertato dalla tempesta mediatica. "Non capisco questo polverone dopo due anni dal delitto – scrive – e dopo quattro mesi dall’Appello. Ha visto la televisione e letto i giornali dove si parla di lui".

"Spero che crediate alla confessione di uno che sta per togliersi la vita. Io e la povera Olga non è vero che stavano litigando e non c’era alcuna gelosia da parte mia... La sera del delitto io e Olga stavano seduti sul divano a bere, la mia unica colpa è che non reggo l’alcol e ho bevuto. Non ricordo altro, ho tutto confuso in testa. Ho girovagato tutta la notte e solo la mattina ho messo a fuoco e ho tentato il suicidio".

Castaldo chiede al suo difensore di rendere pubblica la lettera, esprime poi il desiderio di venire cremato e che le sue ceneri vengano sparse in mare. "Provo una grande tristezza – dice l’avvocato Castiglioni – negli ultimi tempi c’erano momenti in cui ragionava in prospettiva e sembrava avere una speranza per il futuro. Altri in cui era depresso e disperato, e parlava di farla finita. ‘Troverò il modo’ mi diceva. Credo che Castaldo sia una persona con grosse problematiche, e forse bisogna pensare ai giudizi che si danno. Quello che è accaduto negli ultimi giorni può essere stato per lui il colpo di grazia".

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