Tempo di tregua sugli addobbi della discordia

Dopo l’ondata di critiche all’allestimento natalizio la minoranza di Riccione abbassa i toni: "L’ultima parola spetta ai turisti"

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Dopo la tempesta arriva la tregua. L’ondata di critiche per gli allestimenti natalizi piovuta da una parte della minoranza si è stemperata l’indomani dell’accensione delle luminarie e del villaggio natalizio sabato scorso. Non perché d’improvviso con la luce tutto sia diventato sfavillante e bello, ma perché "le valutazioni saranno fatte poi, ora tocca lavorare" sentenzia Giulio Mignani, operatore di viale Ceccarini, e uomo di Forza Italia. "Prima dell’inaugurazione si può criticare, ma adesso ci sono questi addobbi e ce li dobbiamo tenere. Adesso si lavora e alla fine si tireranno le somme". Dunque zitti e qualche post in meno, perché i social li guardano anche i turisti. "Godiamoci le festività, lavoriamo, divertiamoci, sospendiamo le diete, mettiamoci i maglioni con le renne e mordiamoci la lingua finché le luci saranno accese. Dopodiché guarderemo i numeri e torneremo a fare a sportellate. A farlo adesso non ci guadagna nessuno".

A deporre le armi è anche i consigliere Moreno Villa, che per altro non bacchetta le installazioni e il progetto natalizio dell’amministrazione. "L’ allestimento non mi piace, si mi piace. Sono considerazioni soggettive che per fortuna non rappresentano elementi sostanziali che determinano il successo di una iniziativa". Villa guarda a una sola cosa: "Considero solo il consenso dei turisti che si tramuta in presenze e incassi per i nostri imprenditori ed i costi sostenuti dai cittadini per l’esecutività del progetto". La stoccata del consigliere arriva alla fine quando come simbolo del Natale viene messo un albero che con gli allestimenti del Comune non ha nulla a che vedere. Ma per trovare la polemica tutto viene rimandato a quando si chiuderanno i conti, in gennaio. Il post di Villa è stato ripostato da altri consiglieri di minoranza, tra cui Claudio Angelini. Persino il leghista Andrea Bedina ha posto la tregua. "Aspettiamo gennaio per tirare le somme" anche se questi addobbi proprio non gli piacciono: "Poca gente e veramente poco effetto wow" ed anche "una novità che non mi convince molto", ma l’ascia di guerra vien deposta per non darsi la zappa sui piedi ora che i turisti devono arrivare e gli arredi non si possono cambiare.

A sfidarsi sul ring dei social restano Stefano Caldari, Fabrizio Pullè e Daniele Imola, Marco De Pascale sulla sponda opposta, tra foto di viale Ceccarini luminose e altre funeree, con gente e senza gente, che infine una voglia la fanno venire: andare di persona a vedere e non starsene sullo smartphone. Cosa che hanno fatto davvero in tanti anche domenica riempiendo la città. C’è un’altra certezza: le polemiche non sono finite. Prima o poi arriveranno anche le determine sui costi degli allestimenti e in quel momento suonerà di nuovo il gong.

Andrea Oliva